Forlì, il messaggio di Mattarella a Meloni: “Serve l’inclusione dei giovani migranti”
In segno di solidarietà nei confronti delle zone dell’Emilia Romagna che ancora fanno i conti con le disastrose alluvioni della scorsa primavera, l’edizione 2023-24 di “Tutti a Scuola”, evento che inaugura l’anno scolastico, si è tenuta presso l’istituto tecnico Saffi-Alberti di Forlì. L’evento, trasmesso dalla Rai e condotto da Flavio Insinna, ha visto avvicendarsi sul palco diverse personalità di spicco dei mondi dello sport, dello spettacolo e della musica italiani.
Non sono ovviamente mancati, però, i momenti di solennità istituzionale con la presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E proprio il Capo dello Stato ha concluso la cerimonia con un discorso in cui ha ricordato la missione della scuola italiana ai sensi degli articoli 3 e 34 della Costituzione. Sottolineando il valore dell’inclusione, ha infatti detto: «Le nostre classi sono frequentate da circa 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il nostro Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia».
Ha poi proseguito Mattarella: «Tuttavia la peculiare condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti – più di altri – a ritardi o abbandoni scolastici [...]. Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione».
Quello che il Presidente ha voluto lanciare, dunque, è un chiaro messaggio alla premier Giorgia Meloni e al suo governo, che si appresta a varare un decreto che prevede l’aumento della detenzione fino a 18 mesi per gli immigrati irregolari e la costruzione da parte del Ministero della Difesa di Centri per il Rimpatrio in ogni Regione “in zone a bassa densità di popolazione che saranno recintate e sorvegliate”. Si tratta quindi di un potenziale fronte di scontro istituzionale da tenere d’occhio nelle prossime settimane.