Termina con un pareggio senza reti il match valevole per la 30esima giornata di serie A che ha visto opposti Napoli e Verona, terzo pareggio consecutivo dei gialloblù a Napoli, risultato che premia gli ospiti ora a soli 3 punti dalla zona salvezza, e che non fa male ai padroni di casa, nonostante la vittoria della Lazio infatti la squadra di Spalletti mantiene un vantaggio rassicurante di 14 punti sulla seconda posizione. 

Andiamo ad analizzare il match e com’è maturato questo risultato.

Il Napoli scende in campo con il 433, consistente il turnover di Spalletti in vista della sfida al Milan di Champions League, confermati Kim e Anguissa (assenti martedì), al fianco del coreano la scelta ricade su Juan Jesus, a destra Di Lorenzo (30 presenze da titolare su 30 partite disputate in serie A in questa stagione), a sinistra Olivera. Centrocampo inedito con Elmas e Demme a completare il reparto con Anguissa, in attacco Raspadori prima punta, sugli esterni Lozano a sinistra e Politano a destra. In fase di possesso baricentro molto alto (65m), Elmas e Anguissa ad agire sulla trequarti, Olivera alto a sinistra sull’esterno per cercare gli inserimenti di Raspadori, a destra Di Lorenzo molto più interno per scambiare con Anguissa e Politano e creare superiorità con l’uno contro uno degli esterni avversari. In fase difensiva linea a 4 con Demme davanti la difesa e Anguissa a supporto, Elmas più avanzato a sinistra con Lozano pronto a raddoppiare le transizioni sugli esterni dei veronesi, Raspadori e Politano più alti per cercare la ripartenza dopo il recupero palla.

Il Verona scende in campo con un 3412, Hien a guidare la difesa a 3 da centrale difensivo, Tameze e Abildgaard i due centrocampisti davanti la difesa con Faraoni e Depaoli sugli esterni, Duda sulla trequarti alle spalle della coppia offensiva formata da Lasagna e Gaich.

In fase di costruzione la difesa rimane a 3, con Abildgaard che si abbassa e con Tameze che si alza ad affiancare Faraoni sulla destra, Duda per non rischiare in ripartenza arretra lasciando il campo agli inserimenti di Depaoli, il giocatore più avanzato insieme a Gaich e Lasagna, con quest’ultimo che funge da esterno destro. In fase di non possesso tanta densità in mezzo al campo con Lasagna che si stringe al fianco di Tameze e Abildgaard, posizionati davanti alla difesa a 5 con Depaoli e Faraoni in ripiego.

Diversi i fattori che hanno scaturito questo risultato ma soprattutto questa prestazione dei padroni di casa, uno su tutti, il turnover e un avversario che per caratteristiche mette in difficoltà il Napoli soprattutto in assenza di un riferimento offensivo a creare profondità o dare peso in area di rigore. 

I numeri infatti denotano una sterilità offensiva negli ultimi 15 metri, solamente 3 le conclusioni in porta di entrambe le squadre, 1 per il Napoli che ha faticato troppo a trovare gli inserimenti del centravanti e a muovere velocemente il pallone. 80% il possesso palla degli azzurri, appena il 20% per il Verona, che come da previsione, ha accettato la conduzione del gioco avversaria salvo poi ripartire in contropiede qualora ce ne fosse la possibilità, in particolare con Lasagna, probabilmente il migliore dei suoi. Ed infatti per la squadra ospite 89% il possesso palla nella propria metà campo, 11% nella metà campo avversaria, dato evidenziato anche dal numero dei passaggi, 700 per gli azzurri (90%), 117 per il Verona (59%), 157 i passaggi riusciti sulla trequarti per la squadra di Spalletti, appena 34 per l’undici di Zaffaroni.

Come detto, il pallino del gioco era sempre nelle mani del Napoli, che però senza un riferimento di peso in avanti ha fatto fatica a creare pericoli, il baricentro basso (35m) in fase difensiva del Verona e la grande densità in mezzo al campo con Duda e Lasagna ad abbassarsi hanno fatto in modo che gran parte delle azioni azzurre passassero ripetutamente dai piedi dei due difensori centrali, ed infatti sono i due giocatori con più tocchi (259 in totale), più passaggi riusciti, Kim ha chiuso il match con 102 passaggi andati a buon fine, per Juan Jesus 121, dato curioso e che testimonia il poco movimento nei tre attaccanti, il dato sui passaggi riusciti sulla trequarti, anche qui infatti primeggiano Kim e Juan Jesus (42 in totale), molto spesso infatti erano loro a saltare il centrocampo e avanzare per provare a trovare la giusta imbucata. Inoltre i due centrali azzurri sono stati i giocatori con la disponibilità al passaggio più alta, per entrambi 83%, la staticità nel girare palla del Napoli è confermata anche dalla distribuzione delle giocate, 615 sono arrivate a centrocampo (su 1062), solamente 266 i palloni giocati in attacco. 

Il poco peso offensivo è rimarcato dalla presenza di Raspadori, troppo leggero e privo di caratteristiche per andare in profondità per affrontare difensori come Hien capaci di prendere il tempo e far sentire la propria stazza fisica, ancora una volta la partita dell’ex Sassuolo è piatta, i movimenti sono innaturali, e la colpa non si può attribuire di certo a lui che sta sopperendo all’assenza (ormai terminata) di Osimhen svolgendo dei compiti a lui non congeniali, 35 i tocchi, 80% la precisione, 0 i passaggi chiave, 1 conclusione, 9 possessi persi e appena 2 tocchi in area di rigore. Significativo l’ingresso di Osimhen che ha ridato velocità di manovra ed un appoggio in avanti su cui fare affidamento, non un caso se i terzini, in particolare Di Lorenzo, dopo una partita dove il possesso palla è stato lento e prevedibile, con Osimhen in campo hanno rischiato maggiormente con lanci lunghi alle spalle dei centrali avversari.

Man of the match

Di Lorenzo, nonostante la 30esima partita da titolare su altrettante giocate in serie A, continua a sfoderare grandi prestazioni, e anche in una giornata difficile riesce a lasciare il segno, grande lavoro in fase difensiva sui tagli di Depaoli e con gli anticipi sui cross al centro di Lasagna, positiva anche la prestazione offensiva, infatti degli undici scesi in campo dal primo minuto, lui è stato sicuramente il più pericoloso. Questi i suoi numeri, 76 tocchi, 80% di precisione, 1 passaggio chiave, 4 contrasti vinti a terra (su 7), 100% i duelli aerei vinti, 100% i dribbling riusciti, 2 conclusioni, 1 salvataggio, 1 intercetto e 7 palloni toccati nell’area di rigore avversaria, il migliore in tal senso insieme a Olivera tra gli azzurri.