Marotta: “Con Conte non è dualismo, ma solo gioco mediatico”
Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter, ha rilasciato un’intervista a Sky Sport che potrete leggere qui su Napoli Network. Il dirigente lombardo ha parlato anche del Napoli.
Sul decreto crescita
“Il decreto crescita è importante e guarda caso con il decreto crescita siamo andati al vertice con tutte le squadre in Europa e credo che senza questo decreto torneremo indietro. Non ci sarebbe meno spazio per i giovani italiani, basterebbe calibrare mettendo un tetto verso l’alto.. non si va a prendere un giocatore straniero di 16 anni perché non hai un vantaggio fiscale, mentre si andrebbero a prender calciatori più affermati che possano aiutare”.
Su Antonio Conte
”Con Conte non è dualismo, io cerco di accendere un pochino e spingere gli avversari alla pressione ma questo è un gioco comunicativo. In Italia l’aspetto mediatico è molto sentito, sono dinamiche di un mondo corretto in cui c’è rispetto e queste schermate dialettiche fanno parte del gioco”.
Sulle favorite per lo scudetto
“Le favorite sono sempre le stesse.. c’è un gruppettino di testa Inter Napoli e Atalanta ma Juve e Milan sono pronte a riagganciarsi.. ma credo quest anno che una delle favorite sia l’Atalanta, penso che sia un modello da seguire non certo nei grandi club perché è difficile, ha dato dimostrazione di poter vincere senza spendere tanti soldi”.
Sui giovani
“Oggi trovo i nostri ragazzi sia nelle giovanili che in prima squadra molto più emancipati rispetto a prima e quindi difficilmente subiscono le decisioni di dirigenti o allenatori senza un confronto democratico, vogliono spiegazioni e dí conseguenza dobbiamo adeguarci ai tempi. Oggi un calciatore ha bisogno di più dialogo, il leader oggi deve avere capacità di ascolto”.
Sull’inchiesta Ultras
”L’inchiesta sugli Ultras è in corso e ringrazio le forze dell’ordine per il lavoro. Noi stiamo collaborando per debellare questo fenomeno, sono attività criminali che non centrano nulla con lo sport, siamo davanti ad una situazione difficile per una società da debellare e quindi ringrazio ancora le forze dell’ordine.
È difficile contrastare un certo tipo di violenza quando questa è consumata da 400 persone, è un fatto culturale e bisogna combatterla dalle elementari.
Oggi manca la cultura della sconfitta, gli atti violenti si consumano spesso in situazioni di sconfitte.
Sono d’accordo sul fatto che i giocatori non debbano andare sotto la curva a chiedere scusa, non esistono giudici e dei processi”.
Sullo zoccolo duro di italiani in rosa
”Creare un gruppo di italiani è assolutamente un vantaggio e i risultati conseguiti lo dimostrano. La pressione che c’è in Italia non c’è in nessun altro paese europeo e quindi è importante che chi viene a giocare in Italia a calcio deve conoscere il suo habitat e allora gli italiani sanno cosa vuol dire andare a Lecce, a Cagliari, ad Empoli e trovare difficoltà. Ecco quindi lo zoccolo duro di italiani ha questi vantaggi e quindi permettetemi di dirlo è orgoglio mettere a disposizione dell’Italia i nostri giocatori”.