Il Napoli ha ora sei mesi per riprogrammare il futuro: segua l'istinto e torni a fare scelte senza cuore
Il Napoli si è snaturato. E se ti snaturi, rischi la debacle. Il club guidato da Aurelio De Laurentiis ha sempre mantenuto, e seguito, una certa filosofia.
Filosofia che ha reso possibile una gestione coi fiocchi, sia sotto l'aspetto dei risultati sportivi, sia per quanto riguarda il conto economico. Il Napoli ha fatto scuola. E lo ha fatto soprattutto nei momenti più complicati dei 19 anni di presidenza De Laurentiis. I veri capolavori sono arrivati nel post Mazzarri, nel post Gattuso e quando gli strascichi dell'ammutinamento stavano finendo.
E da questa breve analisi si può capire quale sia il vero errore di quest'anno. Il Napoli, ma soprattutto De Laurentiis, non ha seguito la solita filosofia. Anzi, si è totalmente snaturato. Ha fatto il contrario di quello per cui è sempre stato contestato. Ha cercato di convincere fino alla fine il partente Luciano Spalletti, lo stesso ha fatto con Cristiano Giuntoli.
Peggio ancora, se possibile, ha fatto coi calciatori. Ha mantenuto atleti che volevano andare via (e proprio in questi giorni finalmente si sta scoperchiando il vaso di pandora), ha resistito ad offerte a tre cifre e ha rinnovato calciatori anche over 30. Roba raramente vista da queste parti. Così facendo, si è sciupato il vantaggio di mesi che il Napoli aveva come programmazione.
Errore palese, ci mancherebbe altro. Che commettono tutti i club che non sono abituati a vincere. Perché vincere è complicatissimo, ripetersi è ancora più difficile. Ma resta l'errore, evidente e chiaro. Come se si fosse fermato nel tempo della lode e avesse fatto tutto quello che era ovvio. Come se questa squadra, appunto, la poteva allenare chiunque. Ma le difficoltà, come ha detto non più tanto tra le righe Walter Mazzarri, le avrebbero incontrate chiunque. Lo stesso Luciano Spalletti, andato via per "preservare la bellezza".
Il Napoli quest'anno può fare poco, a parte restare aggrappato al treno del quarto posto. Ma può fare qualcosa di più importante ancora. Programmare la prossima stagione con 6 mesi di anticipo. E la cessione dello scontento Elmas, il rinnovo - a quanto pare- imminente di Osimhen per avere potere sulla futura cessione ed il mancato rinnovo a Zielinski dimostrano che la strada intrapresa è finalmente quella che tanto ha fatto bene in questi anni. Una luce nel buio.
Restano chiaramente tante cose da mettere a posto. Vedremo se applaudire oppure no. Ma segua la sua filosofia il Napoli. Istituisca una sorta di processo per entrate e uscite. Come fanno alcuni top club o medi ma che aspirano ad essere grandi. Anche perché il calcio varia ad ogni pié sospinto. La politica dei "giovani" si fa sempre più difficile. Fino a pochissimi anni fa erano il Napoli e poche altre in Europa alla ricerca di giovani talenti da far esplodere. Oggi anche molti top team stanno sposando questa mentalità. Quindi scovare calciatori sarà sempre più complicato.
Dare una linea guida chiara e netta non potrà far altro che aiutare nelle scelte di mercato. Entrino giovani calciatori in rampa di lancio ed escano chi si avvicina ai 30, tranne rarissime eccezioni come ad esempio, nel caso specifico del Napoli, può essere il capitano Giovanni Di Lorenzo. Le deroghe bisogna farle. Come sta accadendo con Osimhen in questi giorni.
Operazioni del genere pongono un punto netto, perche il nigeriano sarà il più pagato della serie A. Per il resto, a patto che non si parli di un fuoriclasse, chi si avvicina ai 30 anni si sta lentamente avvicinando alla fase calante della carriera. Il Napoli è e resterà un club di "passaggio" tra il medio e il top. Ci si può fare poco. E quando un calciatore esplode deve andare via, perché se resta non sarà mai più quello di prima. All'apice, vanno venduti.
Lo stiamo vedendo quest'anno. Lo ha sottolineato Mazzarri. L'avrà capito De Laurentiis? Si spera. Filosofia e processi. Presente e futuro delle aziende. Il futuro del Napoli. Bisogna ridiventare maniacali nelle scelte. Seguendo anche l'istinto, ogni tanto.