Me sento'a guerra il resto non lo so
Mo’ sì Campione ma per me lo sei da sempre, anche nelle difficoltà, tu ci sei sempre stato: sin da quel gelido pomeriggio di gennaio del 1984, dove ci siamo conosciuti per la prima volta. In maniera insolita e non premeditata. Attraverso una radiolina la cui voce rimbombava nella cucina di casa mia.
A padroneggiarla c’era il mio papà che, come ogni ‘Benedetta Domenica’, si piazzava al tavolo in tenuta post prandiale: camicia libera da cravatta e dall’allaccio dei suoi primi bottoni, occhialini da lettura e schedina sotto mano, rigorosamente piegata per segnarne i risultati e controllarne l’esito della giocata fatta al Totocalcio, come da rituale, il venerdì sera. Il mio passa tempo preferito, quello che a suo tempo dedicavo ai modellini delle macchine di Formula 1, fu distolto dai continui collegamenti dallo Stadio San Paolo commentati dall’icona storica del giornalismo italiano, Enrico Ameri, il quale descriveva la boriosa alterigia della squadra capolista sbeffeggiare ancora una volta la squadra della mia città.
Beh, raccontarvi che quella narrazione mi distrasse totalmente dai mio abitudinario è riduttivo: iniziai ad attaccarmi a quella radiolina insieme al mio papà, con annesso nodo alla gola per il continuo arrembaggio di quella squadra in casacca azzurra senza trarne esiti benevoli. A farmi scoppiare di gioia ci pensò il lavoro del mestierante Gianni De Rosa che ottimizzò sul finale della gara il lavoro, e il sudore, di un gruppo di che ci aveva creduto fino alla fine. Da quel preciso istante il rapporto con la mia terra è stato viscerale, di profonda appartenenza.
Napoli ti scoppia dentro e va dritto al cuore, ti illumina e ti rende vivo anche nelle difficoltà. Perché Napoli è una scelta. Napoli si sceglie ogni giorno. E le scelte riguardano il nostro io più profondo, sono qualcosa di estremamente intimo, intoccabile, C’è qualcosa di istintivo in questa città, ancestrale, niente di razionale, quasi come se fosse lei a scegliere te. Napoli ti sorprende ogni giorno e ti fa innamorare, perché sa rendere immortali i suoi artisti, tra le strade, nei suoi decumani, attraverso le sue mura, sa ricostruirsi, rigenerarsi, modellare lo squallore per renderlo arte e colore. Napoli sa contrapporre ai suoi muri anonimi la fantasia, mescolando l’arte e il profano, riuscendo a dare sfogo alla sua vitalità.
Tifare Napoli è un gesto di ribellione, è continuare a lottare senza arrendersi mai, tifare Napoli è una maratona contro il tempo, è lavorare duro, masticare amaro, assorbire i colpi e ripartire con il sorriso, nonostante tutto. Tifare Napoli è inseguire un sogno, un mondo ideale, è il coraggio di andare contro tutto e tutti.
Tifare Napoli è l'orgoglio di chi conquista tutto col sudore, senza sconti e senza regali.
Mo’ sì Campione ma per me lo sei da sempre, anche quando un sistema corrotto dal potentato ti ha voluto al tappeto, ma al mondo esistono leggende che non muoiono mai, ce lo ha insegnato un temerario del baseball, un fuoriclasse dal Cuor di Leone come Yogi Berra: “It ain't over 'til it's over", ossia "Non è finita finché non è finita".
Mo’ sì Campione ma per me lo sei sempre stato, tra discese e risalite, dai campi infangati della serie C alla rinascita di quel poetico e meraviglioso pomeriggio del 10 giugno del 2007: una favola condivisa dall’intero stadio Marassi di Genova e che sfociò in un turpinio di colori azzurri e rossoblu, a sancire l’orgoglio di una rinascita per entrambi le fazioni.
Mo’ sì Campione ma per me lo sei sempre stato, sia nelle serate di gloria, come a Roma e Doha, sia nei deprimenti pomeriggi pregni di angoscia, tergiversando sulla vecchia - ma sempre attuale - legge dei due pesi e due misure dove città come Pechino e Milano ne potrebbero raccontare di storie.
Mo’ sì Campione in una notte d’amore senza margini e né confini, Mo’ sì Campione perché oggi ha trionfato il calcio, un’ideologia,
Mo’ sì Campione perché oggi perché ha vinto l’orgoglio di questa città, perché “Je sto vicino a te n’copp’a’sagliuta” ha rappresentato uno stile di vita quotidiano.
Mo’ si Campione, perché ha trionfato una mentalità.
Mo’ si Campione e Sorriderò, piangendo forse un po'.
Mo’ me sento ‘a guerra, il resto non lo so.