Sembra finalmente conclusa la telenovela per il nuovo difensore centrale del Napoli: Natan Bernardo de Souza è prossimo a raccogliere la pesantissima eredità di Kim Min-Jae, eroe della passata stagione. Vi portiamo alla scoperta di Natan, ultima giocata ad effetto in ordine di tempo dello scouting del Napoli.

Natan, classe 2001 dalle mille vite

La storia di Natan - come per tanti altri suoi connazionali di successo - assume connotati a tratti drammatici, a partire dall'infanzia passata in condizioni di povertà estrema. Ultimo di 4 fratelli, sperimenta la sofferenza sulla sua pelle sin da piccolissimo quando uno dei suoi fratelli cadde e battè violentemente la testa riportando danni cerebrali permanenti. Natan - innamorato perso del pallone - iniziò a giocare a calcio in suo onore facendosi notare a suon di gol dal Ponte Preta. Nel 2015, però, una stoccata violentissima rischia di compromettere la sua carriera. L'allenatore decise di abbassarlo nella posizione di terzino, ricevendo il pieno dissenso del ragazzino al punto tale da relegargli la tuonante risposta "Te ne torni da dove sei venuto".

Natan, evoluzione e punti di forza

Dopo l'esclusione dal Ponte Preta, il calciatore brasiliano pensò seriamente di abbandonare il calcio per l’ingombrante convivenza della depressione. Pensa anche al teatro, dove riesce a dimenticarsi dei problemi vivendo per qualche ora le vite delle sue controfigure. Anche tra prove e sceneggiature fa emergere il suo talento ma è più bravo con la palla tra i piedi e se ne accorgono gli osservatori del blasonatissimo Flamengo. Questa volta, però, il percorso fatto e i suoi pregressi lo resero più saggio e consenziente nell’accettare i consigli del suo nuovo allenatore e di spostarsi sulla linea dei difensori: da centrale e occasionalmente largo a sinistra, particolarità che lo mette a suo agio anche in una linea a 3. Risultato? Si laureò campione del Brasile a 19 anni con un ottimo bottino di 14 presenze e 1 gol. Fu allora che si fece notare da un progetto così tanto ambizioso come il RedBull Bragantino, satellite del colosso che tratta i migliori giovani al mondo. Aveva un percorso già definito tra Salisburgo e Lipsia. Poi è arrivata la chiamata del Napoli.

Le caratteristiche

L'imponente fisico, 1,88 x 83 kg, abbinato alla grande espolsività, gli garantisce una certa autorevolezza nei contrasti, nonché il predominio dello spazio aereo. Non ha alcun disagio nell’impostare il gioco ed è dotato di grande lucidità: le squadre di proprietà RedBull adottano filosofie di gioco molto simili e non è raro trovare calciatori di livello pronti all’accorcio e ai recuperi nell'uno contro uno, caratteristica che ricorda molto (con le dovute proporzioni) Kalidou Koulibaly. Non preclude di mettere in mostra le sue prorompenti doti fisiche, facendo della progressione una delle sue qualità più risonanti e interessanti. I due anni passati a difendere con baricentro alto hanno migliorato esponenzialmente la sua lettura delle situazioni di gioco, rendendolo in grado di anticipare l'avversario con efficienza.

Beh, se ve lo state chiedendo la risposta è sì: Natan ha anche dei difetti. Come ogni ventiduenne di questo mondo. Li elencheremo nel prossimo paragrafo.

Natan, lacune e fondamentali da migliorare

Natan, come la stragrande maggioranza dei mancini naturali, trova grande difficoltà nell'utilizzo del piede debole. Dovendo sostituire Kim, il giocatore con più passaggi riusciti dello scorso campionato (2548, ben 428 in più del secondo, Stanislav Lobotka), questa lacuna è probabilmente quella su cui Rudi Garcia premerà di più. L'inesperienza del brasiliano spesso lo porta ad atti di eccessiva frenesia, o in alternativa a commettere falli evitabili, con 10 cartellini gialli in 69 presenze nel Brasilerao, campionato con metodi di valutazione decisamente più permissivi di quelli italiani.

In conclusione, se supportata da tempo e competenza nel suo inserimento in Serie A, Natan potrebbe decisamente rivelarsi una scommessa vincente.


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