Alla ricerca di un equilibrio inesistente
Essere tifosi del Napoli spesso è bellissimo. Altre volte meno. Ma mai noioso. Costantemente al centro del mondo, come un tourbillon su un orologio di valore perpetuo, carico di emozioni, positive o negative che siano. Nella sosta più incredibile della storia recente, il Napoli pure ha giocato un ruolo da assoluto protagonista. E mentre tutti, addetti ai lavori e non, puntavano il dito contro l'allenatore Rudi Garcia, con alcune mosse criticabili, ma sicuramente forti, Aurelio De Laurentiis si è preso la scena. E lo ha fatto a modo suo, diretto, senza schemi.
All'improvviso, mentre il nome "Garcia" era in tendenza in Italia, è scomparso, sostituito proprio dal patron azzurro. E nonostante il momentaneo NO di Antonio Conte, chiamato per rinvigorire la causa azzurra, è andato avanti. Senza sentire minimamente la necessità di esplicitare le proprie reali intenzioni alla piazza. Anche se tutti, ma proprio tutti, hanno avuto qualcosa da ridire, mosso critiche ferocissime o espresso dubbi, il presidente è restato fermo al solito posto. Come se nulla fosse accaduto.
Avrà qualcosa per le mani, oppure lascia correre gli eventi che, inevitabilmente, andranno pian piano scemando? Vedremo.
È vicino alla squadra ora, costantemente in contatto coi ragazzi e staff per capire umori e cause dei problemi emersi. Qualcuno ha parlato di allenatore in seconda. Anche in prima, in realtà. Tanto potente, nel bene o nel male, la sua figura che solo il presunto più grande scandalo calcistico degli ultimi anni ha distolto l'attenzione dalle vicende napoletane: il calcioscommesse.
Un evento forte, non calcolato, potente. Oggi non interessa più quale sarà il futuro di Rudi Garcia. Interessa poco anche se il buon francese stia effettivamente giocando col 352 in allenamento in una sorta di smart working salentino. La fantasia di questa piazza alcune volte raggiunge livelli inesplorati, così come la geniale autogestione di cui si parlava fino a qualche giorno fa.
Questa prima settimana di sosta ci ha ricordato un punto fondamentale: la negatività e l'inciucio corrono molto più velocemente di tutte le altre cose. Gli errori non vengono perdonati e hanno un peso specifico maggiore rispetto alle cose fatte bene.
"Napoletani con sé stessi, germanici con altri", direbbe il poeta.
Vedremo cosa riserverà il futuro tenendo in mente un dettaglio fondametale: non sono importanti il Napoli, De Laurentiis, Garcia o il calcioscommesse, sono importanti solo le corsie libere su cui sfogare l'autostrada dei rancori. Questo, al netto degli errori che sono visibili ad occhio nudo, sia chiaro.
Essere tifoso del Napoli è bellissimo, delle volte un pó meno. Ma mai noioso. Ma spessissimo è molto, molto dura. Anche e soprattutto per chi sceglie di vivere questa passione intoccabile in modo equilibrato. Ma l'equilibrio, si sa, è sconosciuto da queste parti.