Jujutsu Kaisen 2, recensione: la svolta per i battle shonen?
La stagione 2 di Jujutsu Kaisen si è chiusa col botto e l'incidente di Shibuya, nella sua narrazione, rappresenta il punto di svolta non solo dell'opera di Gege Akutami, ma dell'intero sottogenere battle shonen. Una storia, quella di Itadori Yuju e compagni, destinata a cambiare radicalmente la concezione del genere, dominato per anni da colonne portanti come Dragon Ball, Naruto,One Piece, HUNTERxHUNTER, Bleach. Jujutsu Kaisen prende gli stilemi del genere e li sovverte dal principio, grazie non solo a una narrazione stratificata, ma anche al sovvertimento di alcuni canoni tipici del canone.
Tutto ciò che segue può considerarsi no spoiler.
Jujutsu Kaisen cambia i battle shonen?
Gege Akutami, autore dell'opera, è nato (o nata, essendo uno pseudonimo non si è a conoscenza del sesso) nel 1992. Leggendo Jujutsu Kaisen, non è difficile immaginare che il mangaka sia cresciuto pane e shonen, specialmente Naruto e Bleach. In un primo impatto, infatti, i richiami alle opere di Masashi Kishimoto e Tite Kubo sono fin troppo palesi per non notare delle somiglianze. Ma una volta appreso che Akutami si è giusto ispirato per quanto concerne la classificazione dei nemici e le tecniche di combattimento, tutto il resto è completamente differente. Anzi, tutto il reso è completamente differente da qualsiasi altra opera del genere.
In sintesi, Jujutsu Kaisen narra le vicende di un manipolo di personaggi definiti Stregoni, contrapposti alle Maledizioni. Le maledizioni sono la reincarnazione delle paure umane (un po' come gli Hollow in Bleach), ed entrambe le classi sono capaci di manipolare l'energia malefica (un po' come il chakra in Naruto) per estrarne forza, tecniche e abilità particolari.
La narrazione di Jujutsu Kaisen
Jujutsu Kaisen è un manga (o un anime) abbastanza complicato. Non tanto per la narrazione, quanto per le continue sottolineature sui collegamenti tra personaggi, le tecniche utilizzate e il world building. I primi capitoli/episodi possono risultare complessi, fin troppo stratificati per chi si approccia per la prima volta a questo mondo. Capita spesso di dimenticare i nomi dei personaggi, di non capire il funzionamento di una tecnica perché la spiegazione con la quale è stata accompagnata è tutt'altro che esaustiva.
Ma una volta accettato questo, andando avanti con la storia si capisce perché nelle intenzioni di Akutami ci sia stato proprio l'intento di essere quanto più violenti e brutali con la familiarizzazione del mondo da lui costruito. Tante spiegazioni, talvolta più contorte di quello che si legge/vede, ma che piano piano vengono incamerate nella menta dei fruitori proprio come una delle tecniche raccontate.
I combattimenti in Jujutsu Kaisen: comincia la rivoluzione del genere
Se si pensa ai combattimenti in questo genere di anime o manga, il riferimento non può che essere Dragon Ball, il fumetto che ha letteralmente tirato su almeno due o tre generazioni. Nonostante la quantità di combattimenti durante tutto l'arco della storia, lo stile era tutto sommato lo stesso: Goku, o chi per lui, si ritrova ad affrontare il nuovo nemico più potente di turno e, una volta ricevuto il power up, lo sconfigge. Ciclicamente, è più o meno questo lo svolgimenti in uno dei più classici (e storici) battle shonen. Ed è proprio da qui che Jujutsu Kaisen si distacca maggiormente.
Ogni combattimento ha necessariamente bisogno di una fase di studio. Che siano i protagonisti o personaggi secondari, non è detto riescano a sconfiggere i propri nemici e la fase di studio delle tecniche avversarie, con tanto di riflessioni sulle debolezze altrui, sugli eventuali punti di forza e strategie per arrivare alla vittoria, sono una componente essenziale per il proseguio della battaglia. E qui viene in soccorso la già accennata narrazione: all'inizio si fa fatica a digerire righe su righe di spiegazioni relative a tecniche e utilizzo dell'energia maledetta, ma quelle nozioni diventano poi essenziali per la comprensione dei livelli di forza durante i combattimenti.
I risultati, però, non sempre sono così scontati e questo rappresenta forse uno dei punti di forza di JJK.
Da questo momento, ci saranno spoiler sulla prima e la seconda stagione di Jujutsu Kaisen. Si invita a non continuare con la lettura se non al pari con l'anime.
Jujutsu Kaisen, considerazioni sulla seconda stagione
Si è appena conclusa la seconda stagione di Jujutsu Kaisen, in un tripudio di colpi di scena e animazioni pazzesche a opera dello Studio Mappa (lo stesso che ha curato l'ultima stagione de L'Attacco dei Giganti). Questa seconda parte della serie affronta due degli archi narrativi più cruciali del manga. Il primo, seppur breve, si concentra sul flashback che riguarda i giovani Satoru Gojo e Suguru Geto durante i loro anni da studenti. I primi episodi possono sembrare distanti dalla trama principale, presentando un semplice salto nel passato. Successivamente, scopriamo che tutto ciò che accadrà nel film "Jujutsu Kaisen 0" e nel proseguo della serie è una diretta conseguenza di quel flashback e delle azioni di Toji Fugushiro.
La seconda parte si concentra sul più ampio arco narrativo del manga: L'Incidente di Shibuya. Il piano di Suguru Geto prende avvio il 31 ottobre nella zona commerciale di Shibuya, a Tokyo, con l'intenzione di compiere un genocidio di non-stregoni al fine di attirare ed eliminare Gojo. Si formano così due fazioni: quella degli stregoni e quella degli spiriti maledetti, guidata da Geto, con Jogo, Hanami, Dagon, Choso e Mahito al suo fianco. Ciò che sembrava una semplice missione di pulizia per i protagonisti si rivela essere un evento che cambierà irrimediabilmente la storia del Giappone e della stregoneria.
Un adattamento convincente
Fin dai primi episodi, è evidente che negli studi di MAPPA ci siano animatori di grande talento. Le animazioni sono di alta qualità, fluide e precise. Si nota anche una varietà creativa con stili diversi adottati in base al regista e all'animatore di ciascun episodio. Ci sono episodi con animazioni chiare e fluide, mentre altri presentano scene più frenetiche con uno stile più grezzo e impreciso. Nel complesso, un eccellente lavoro visivo, soprattutto nella prima parte.
Tuttavia, in alcuni episodi ci sono puntate che sembrano meno rifinite. Questa non è solo una percezione degli spettatori, ma è stato dichiarato dagli stessi lavoratori di MAPPA che alcune puntate sono uscite incompiute, con animazioni o intere scene mancanti o non finite, a causa delle precarie condizioni di lavoro. Che queste voci siano vere o meno non spetta a noi giudicare, ma è indubbio che il talento impiegato per questa seconda stagione sia notevole. Anche le scene meno rifinite risultano spettacolari agli occhi di molti spettatori, specialmente quelli meno attenti a questi dettagli. Da sottolineare soprattutto gli episodi Tuono 1 e Tuono 2: una goduria per gli occhi.
Quando uscirà la terza stagione di Jujutsu Kaisen?
La terza stagione di Jujutsu Kaisen è stata annunciata da MAPPA, attraverso un breve teaser sui propri social, il giorno dell'uscita dell'ultimo episodio. Tuttavia, filtrano brutte notizie per quanto riguarda l'uscita della serie che vedrà animaato uno degli archi più importanti a livello narrativo della serie: il Culling Game. Stando a quanto filtra dal Giappone, viste le ultimi vicissitudini in MAPPA e l'ampia mole di lavoro che lo studio si sta sobbarcando, la terza stagione di Jujutsu Kaisen non dovrebbe vedere la luce prima del 2026, se non 2027.