Napoli-Cremonese si preannuncia paradossalmente come la partita del riscatto per gli uomini di Luciano Spalletti, perché Osimhen & C. scenderanno in campo col recente ricordo della sconfitta, seppur ai rigori, in Coppa Italia, proprio contro la squadra lombarda, consentendo loro di approdare alle semifinali della competizione tutta italiana.

Ma i riflettori al Maradona sono anche sotto gli occhi del ciclone, perché raccoglie in serbo pronte e spietate enunciazioni degli addetti ai lavori, tra giornalisti e presunti tali, frenetici di poter proclamare un passo falso degli azzurri ed enunciare, seppur nel ridicolo, l’apertura del campionato.

Già negli avvalorati salotti sportivi si vocifera di uno “speranzoso” recupero dell’Inter, come se la vittoria contro il Milan di domenica scorsa avesse consacrato la squadra più forte del campionato e che una rimonta è pressoché legittima e, soprattutto, alla portata dei neroazzurri, quasi come a sminuire, con strategica diplomazia, i 13 punti di svantaggio dalla capolista. 13 punti che, fino ad oggi, apparivano come un’utopia alla 22esima giornata di campionato.

È palesemente vero. Quando non si hanno più validi elementi, contrastanti e discutibili, si comincia a raccontare ‘la qualunque’, e la più recente, quella di Billy Costacurta quando, a Sky Calcio Club, dopo la vittoria del Napoli al Maradona contro la Roma - che ha portato gli azzurri a +13 dalle inseguitrici - si è lasciato andare ad una frase a mio avviso poco ragionevole, dicendo che “per certi versi è più importante andare in Champions che vincere lo scudetto”.

Questo “arrampicarsi sugli specchi” non avvalora, in alcuna circostanza, forme di pensiero corrispondenti agli attuali avvenimenti, ma contrarie ad una logica che induce ad un intelletto più compiuto, come quello di mister Spalletti in conferenza, nel legittimo pensiero che nulla è dato per scontato e che il compimento dei loro consecutivi preziosismi, può essere fattibile da chiunque, o quasi, ragion per cui non bisogna mai abbassare la guardia.

Stante ai fatti resta indubbio che, parlare di rimonta proferisce un fatto improprio, perché condurrebbe più ad un vero e proprio harakiri azzurro, una supposizione visibilmente contrastante da ogni logica di pensiero societario ed espresso anche in una dichiarazione del mister che, alla domanda Champions o scudetto, il mister punterebbe al raddoppio.

Questo resta il sogno di ama Napoli, ma, al momento bisogna accontentarsi di un  sincronismo di accaduti: 36 anni fa Argentina venne proclamata campione del Mondo, lo stesso anno la Cremonese giocò in semifinale di coppa Italia e il Napoli vinse lo scudetto. La storia si ripete? Lascio a voi e a quelli più scaramantici la risposta.