Nel corso di 'Campania Sport' su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto editoriale: "E’ passato il primo dei tre turni che decidono il futuro di Garcia e del Napoli in questa stagione. Le chiacchiere stanno a zero, De Laurentiis può dire quello che vuole ma la realtà è una sola e l’ha certificata egli stesso con i suoi silenzi. A volte lo accusiamo per le improvvide, ma nessuno ha sottolineato i suoi silenzi che sono più pesanti delle sue dichiarazioni. Se ha voluto sostenere in conferenza stampa che sono stati solo pettegolezzi e la stampa è colpevole, come sempre l’anello debole, di aver fatto viaggiare in maniera così potente la cosa che lui avesse contattato Conte, cosa da lui dichiarata non vera. Sono venute allora le allucinazioni ai vari Di Marzio, ai vari esperti di mercato e a gente di assoluta affidabilità come Antonio Giordano, sono tutti nemici? C’è un complotto protraico-giudaico per vedere in difficoltà il Napoli e mettere in difficoltà De Laurentiis? Al di là di queste esternazioni, che sono servite solamente a De Laurentiis di fare quello che era giusto fare, le sue intenzioni sono assolutamente corrette. Dopo la Fiorentina voleva cambiare l’allenatore, ma secondo la sua visione ce ne era uno solo che gli avrebbe consentito di tenere il Napoli al vertice: Antonio Conte, dal quale mi dicono valori, juventinità, empatia, simpatie. Lo detesto a livello umano, come detesto Allegri, ma riconosco in Conte un tecnico di grandezza, quando arriva in un ambiente dà un valore aggiunto. Conte era però una mission impossible per De Laurentiis, non c’era nessuna possibilità che i due si intendessero da tutti i punti di vista. Nel momento in cui era solo un tentativo improbabile, aveva coscienza che tutti gli altri nomi sarebbero stati peggio che mandare via Garcia.

Fallita la mission Conte, ADL doveva recuperare il rapporto con Garcia. E’ come il marito che mette le corna alla moglie e per evitare drammi familiari non gli resta che smentire sempre. Doveva rimotivare, riqualificare e riportare sullo scranno dell’allenatore Rudi Garcia. Quindi dare la colpa alla stampa e dire a Garcia che era stato fedele era la mossa della disperazione, l’unica che poteva fare. Nel frattempo l’ha commissariato e ha fatto bene, perché non volevo vedere a Napoli un Giampaolo, un Gotti, un Cioffi. Però si è venduto la pelle dell’orso senza avercela. Mi fa anche ridere la sua sorpresa di essere stato sentito dalla stampa alla LUISS, sono ingenuità che non si può pensare che possa fare. La verità è che si è esposto e poi ha ritrattato. Ha fatto bene a ritrattare e darci la colpa se serve a qualcosa. Non mi sembra però il ruolo della stampa prendersi colpe che non gli appartengono, ma ormai in 20 anni siamo abituati.  

Il punto è un altro. Non ha detto la cosa principale come accadde con Sarri quando partì male. Andò contro i fucili della stampa dicendo che la scelta era sua, se era sbagliata dovevano prendersela con lui e che il suo allenatore era Sarri. Poi disse al tecnico negli spogliatoi che doveva stare a sentire a Giuntoli e alla squadra che voleva passare a giocare col 4-3-3. Ora Sarri passa come il maestro di questo modulo, che in carriera non aveva mai fatto. Quel sistema gli era stato imposto da squadra, settore tecnico e presidenza. Il silenzio assordante è che De Laurentiis non ha detto che Garcia è il suo allenatore e finirà la stagione. Oggi è un allenatore a gettone, ha superato il primo esame ma non è un Napoli guarito ma sub iudice Ora c’è Berlino contro una squadra anche fin troppo in crisi e poi il Milan.

Il Napoli visto a Verona è una squadra logica. A Garcia gli avevamo chiesto di essere logico e di non inventarsi niente. Ha fatto cose logiche, Raspadori centravanti, Cajuste al posto di Anguissa, ed abbiamo capito che è un giocatore vero. Però abbiamo visto che Natan e Cajuste si vedono solo se non ci sono alternative, senza infortuni non si sarebbero visti. In conferenza invece di mourinhizzarsi, fare lo Special One parlando di amici e nemici, si è comportato nella maniera più gattusiana possibile, il signor Garcia vestisse il saio dell’umile e dicesse piuttosto che scaricare sulla squadra: ’La colpa è mia, ho sbagliato io e cercherò di rimediare riprendendo la strada che i ragazzi conoscono meglio’. Dicendo questo nessuno gli avrebbe detto niente. Ma quali nemici e amici? Caro Garcia, in questa città tu sarai difeso fino alla fine. Chi ti ha fatto a pezzi, come me, dopo la Fiorentina l’ha fatto per rabbia. Ti difenderò ancora, non voglio nessuno di quelli a disposizione sul mercato italiano che non sia tu, ma devi fare solo una cosa: il Normal One. Se ti comporti da persona ragionevole e normale, questa squadra è talmente forte che ti farà vincere. Non c’è bisogno che tu voglia far dimenticare Spalletti per motivi di orgoglio personale. Qui l’orgoglio non serve a nessuno, servono i risultati che arrivano con la ragionevolezza. Questo è la lezione che devi trarre da Verona”.