Rapina Neres, i malviventi non riescono a vendere l'orologio. Il bottino "scotta"
La refurtiva scotta e i quattro malviventi entrati in azione non sono ritenuti affidabili: sono passati dalla droga alle rapine.
L'edizione odierna de Il Mattino racconta alcuni dettagli della rapina ai danni di David Neres avvenuta dopo Napoli-Parma. "Ad entrare in azione sono stati in quattro, probabilmente legati allo spaccio di droga in zona rione Lauro; il bottino scotta, l'orologio da 100mila euro non è facile da piazzare (salvo essere svenduto per pochi spiccioli), specie per chi non ha contatti con ricettatori di fiducia. Poi c'è un terzo possibile retroscena, che riguarda l'ipotesi della talpa, dell'uomo della soffiata, che ha consentito alla gang di rapinatori di agire a colpo sicuro".
Il quotidiano poi aggiunge: "Qualcuno ha avvisato la gang del passaggio del minivan in cui viaggiava Neres. I vetri erano oscurati, si indaga sulla presenza di una talpa. Uno "specchiettista" per dirla in gergo, che era al corrente del fatto che in quel taxi privato ci fosse il calciatore con l'orologio da 100mila euro al polso. Un bene difficile da capitalizzare. Dopo il clamore, i canali di ricettazione sono serrati, la refurtiva scotta e i quattro malviventi entrati in azione non sono ritenuti affidabili: sono passati dalla droga alle rapine, finendo in un campo in cui contano esperienza e riservatezza. Trema - facile a dirlo - la talpa che ha informato la gang all'ombra del Maradona".