È mortificante commentare certe prestazioni. Non per il risultato. E nemmeno per l’impegno profuso. Ma dal punto di vista dell’organizzazione tattica il Napoli ha ormai smesso di essere squadra. Undici ragazzi in pantaloncini e maglia azzurra disposti sul terreno di gioco e nulla più.

Esaurita la spinta iniziale Simeone viene letteralmente abbandonato al suo destino. Stretto nella morsa di una difesa rossonera tutt’altro che irresistibile. Kvaratskhelia prova a dannarsi, ma deve fare tutto da solo. Eppure i ragazzi ci provano. Si avverte quell’applicazione mancata a inizio stagione.

Forse con Garcia ne sarebbe bastata la metà per avere una squadra in lotta per lo scudetto.
Un’anima in pena Mazzarri. Prova a replicare la sfida dell’Olimpico con la Lazio, ma il Milan, a differenza della squadra di Sarri, sa come punire le indecisioni di una linea a tre priva di qualsivoglia studio e automatismo. Ed ecco Theo affondare nella difesa azzurra come un coltello caldo nel burro e battere sul primo palo un Gollini non esente da colpe.

Il gol rossonero scombina i piani del tecnico toscano. Ad inizio ripresa Mazzarri, a malincuore, toglie un difensore per inserire Politano. Si ritorna al più congeniale 433 e gli azzurri ritornano a essere pericolosi. Chi lo avrebbe mai detto. E lo fanno nonostante l’inferiorità numerica. Perché Zielinski passeggia tra le zolle di San Siro. Nemmeno l’aria di derby sembra risvegliare il polacco dal suo torpore.

Parità numerica ristabilita a quindici minuti dalla fine con l’ingresso in campo di Lindstrom. Ma il rischio di pareggiarla è troppo alto e allora il buon Walter toglie dal campo il migliore dei suoi. Fuori Mazzocchi per il lungodegente Olivera. Ennesima chicca della serata.

La partita vive di fiammate, con entrambe le squadre più volte vicine al gol. Il Napoli potrebbe pareggiarla col sinistro a giro di Politano a centimetri dal palo. Il Milan chiuderla con Leao in azione di contropiede.
Il finale è il manifesto della stagione azzurra. Prima il palo a negare quello che sarebbe un pareggio meritato. Cross d’esterno di Lindstrom e deviazione di Simic che sbatte sul montante a Maignan battuto. Poi tocco di mano in area di Musah. Braccio largo, tocco plateale, ma niente rigore.

Finisce 1-0 per i rossoneri che consolidano così il terzo posto. Il Napoli scivola al nono posto. A sette punti dall’Atalanta e dall’ultimo posto utile per la qualificazione alla prossima Champions.