Stefano Chisoli, ex presidente dello Spezia, ha rilasciato un’intervista a Calciomercato dove ha parlato di Vincenzo Italiano, allenatore dei liguri durante la sua presidenza.

Signor Chisoli, lei che ha conosciuto Vincenzo Italiano, ci descriva che uomo è fuori dal campo, dal punto di vista umano


“Italiano è una persona abbastanza riservata. E’ una persona con cui ci si trova sempre a proprio agio. Quando entra in confidenza è affabile, gentile e spiritoso. E ha un rapporto con i calciatori molto buono. Sapeva essere severo e allo stesso tempo li motivava: si sapeva far rispettare”.

Qual è il punto di forza di Vincenzo Italiano all’interno dello spogliatoio?
“Per lui e per lo staff, composto anche da ragazzi giovani, il punto di forza è il lavoro. La dimostrazione del lavoro quotidiano, delle tantissime ore al giorno, rende anche le persone credibili e rispettate dal team. Alla fine il lavoro paga sempre”.

Quando l’ha conosciuto pensava che potesse essere un punto di riferimento, che portasse una sua filosofia di gioco? Si aspettava questo hype nei suoi confronti?
“Prevederlo era difficile, arrivava dal Trapani dopo la promozione, ed era all’inizio della carriera. Ma poi in effetti non ha sbagliato mai un anno. Con noi allo Spezia fece un’impresa storica. Al primo anno ha portato la Fiorentina in Europa e poi in finale di Conference…Si può considerare un allenatore emergente ma che può lavorare ovunque. Magari può fare lo stesso percorso di De Zerbi in Premier”.

Lo vede bene in Italia o all’estero?
“Per ora in Italia, ma magari negli anni può andare in Premier League e fare molto bene. Però adesso lo vedrei bene in una grande in Italia”.

E Napoli?

“Il Napoli è una società importantissima e dipenderà molto dalla rosa che Italiano si ritroverebbe. Alla Fiorentina gli viene rimproverata la fase difensiva, ma quando un tuo difensore gioca contro un campione – ad esempio quello che è successo con Leao nell’ultimo match contro il Milan – ed il tuo difensore non è allo stesso livello, alla fine vince il campione. Puoi preparare la fase difensiva benissimo, ma solo se hai una rosa di campioni anche in difesa, allora di gol ne prenderai molti meno”.

Lei ha lavorato anche con Meluso. Crede che in questo anno fallimentare per il Napoli, Meluso ha avuto delle responsabilità?
“Non conosco la situazione del Napoli, Meluso avrà avuto voce in capitolo nel mercato di gennaio, perché in estate era stato già tutto impostato prima del suo arrivo e l’allenatore era stato già scelto. Non so come abbia potuto incidere veramente”.

Ha avuto modo di sentire Meluso? 
“Sì, e anche Italiano. Ma non di recente. Non abbiamo parlato di Napoli”.

Si aspetta che De Laurentiis confermi Meluso un altro anno?
“Non ho idea, si legge di un altro direttore più giovane (Manna ndr). Meluso con noi ha fatto un capolavoro. Fummo promossi il 20 agosto e lui aveva le idee chiarissime. In venti giorni fece il mercato e andammo a prendere dei giocatori funzionali per Italiano. Tutti giocatori che sono ancora in Serie A. Andò a prendere Provedel, perché il nostro portiere si infortunò. Fece operazioni davvero importanti”.


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