De Laurentiis, durante gli anni alla presidenza degli azzurri, ci ha abituato alle sue scelte imprevedibili, tanto impopolari quanto, quasi sempre, vincenti. Da Sarri a Spalletti, passando per Giuntoli. Il presidente azzurro non ha mai lasciato che l’opinione pubblica influenzasse le sue scelte, optando spesso per la strada meno scontata e che potesse però regalare le soddisfazioni maggiori.

Le volte in cui ha invece puntato sull’uomo, sulla conoscenza della persona in base al concetto primordiale della civica educazione e perbenismo come nel caso di Ancelotti e Donadoni, i risultati non hanno tenuto fede alle aspettative.

L’apice dell’autostima che Aurelio nutre per la sua persona è stato raggiunto con lo scudetto della passata stagione: la lungimiranza di puntare su Spalletti, reduce da esperienze poco felici e diversi anni di stop, unita all’esplosione dei talenti individuati dai suoi uomini di fiducia, hanno caricato l’ego, non che ce ne fosse bisogno, di colui che si ritiene l’artefice unico del successo azzurro.

Rudi Garcia, una scommessa persa?

De Laurentiis, come un giocatore d’azzardo dopo una lunga striscia di mani vincenti, non è riuscito ad accontentarsi, ed ha provato un’ultima grande scommessa, per dimostrare a tutti la sua abilità ed i suoi meriti. Forse anche indispettito dalla grande popolarità raggiunta dal suo ex allenatore, che aveva messo così in ombra il suo operato.

L’ultima “intuizione” del presidente si chiama Rudi Garcia, che fin dal momento del suo annuncio aveva diviso i tifosi tra scettici e fiduciosi. Era chiaro che non ci sarebbero state vie di mezzo, colpo di genio o fiasco totale. Dopo appena 4 giornate di Serie A, nonostante sia ancora presto per tirare le somme, il bilancio non può essere certo positivo. Solo 7 punti conquistati, poche idee e molto confuse, ma sopratutto una squadra che sembra essere insofferente ai metodi dell’allenatore e del suo staff. Con il rischio che, il gruppo, non fidandosi di Garcia, non gli riconosca più l’autorità necessaria.

Chi è peggio di un perdente? Chi non ammette di aver sbagliato. Le conferenze stampa dell’allenatore francese hanno evidenziato la riluttanza di quest’ultimo ad ammettere gli errori fatti nelle ultime settimane. Alle discutibili scelte di formazione ed ai cambi spesso sbagliati, si aggiunge l’ostinazione del tecnico a voler puntare su dettami tattici obsoleti e non adatti alle caratteristiche degli uomini di cui dispone.

Il match di Champions con il Braga avrebbe potuto rappresentare una svolta per la stagione di Garcia e dei suoi ragazzi, invece il tecnico francese dimostra di non aver imparato nulla dalle precedenti uscite. La partita del Napoli dura solo un tempo: dopo aver trovato il vantaggio nella prima frazione di gioco, gli azzurri decidono di tirare i remi in barca per i secondi 45 minuti, speculando sul risultato. Puntuale è arrivato il pareggio dei lusitani, con il Napoli, e forse anche il posto di Rudi sulla panchina azzurra, salvati solamente sul finale da un autogol grottesco di Niakaté.