Napoli-Roma: Conte e la grandezza delle cose semplici
Ieri il Napoli ha battuto la Roma per 1-0 mantenendo così la vetta della classifica per l’ottavo turno consecutivo. La Gazzetta dello Sport analizza l’incontro in edicola.
Napoli-Roma: basta poco per colpire
“Di scudetto non ha senso parlare, la classifica non è mai stata così indecifrabile dopo 13 giornate, troppi ancora ci credono. Ma ci sono pochi dubbi che il Napoli resterà in corsa fino alla fine.
Non avrà i picchi offensivi dell’Atalanta, la leggerezza di Fiorentina e Lazio, i “cinque minuti” irresistibili dell’Inter , ma risolve le situazioni, anche quelle più rognose, è squadra, non prende gol e ha il senso pragmatico del suo allenatore. Non era semplicissimo per mille motivi contro una Roma che vai a capire quale Roma sarebbe stata: la stessa depressa di Juric? Quella più viva ma discontinua di De Rossi? Una d’improvviso rinvigorita dalla scossa di Ranieri?
Niente di tutto questo: semplicemente una Roma ancora senza identità, con la paura di una classifica allarmante, messa male dietro, e impoverita davanti dalle scelte del tecnico preoccupato di fare almeno un punto per invertire la tendenza. Ma il punto non è arrivato ed è soltanto “colpa” del Napoli se è finita 1-0: la mira infelice di Kvara e McTominay, la sofferenza nel finale quando la Roma s’è lanciata avanti con la forza della disperazione, un po’ di stanchezza qui e lì. Sono bastati un Di Lorenzo come ai vecchi tempi e una palla buona a Lukaku per chiudere la pratica”.
Conte e la bellezza delle cose semplici
“Qui è la grandezza di Conte. Fare le cose semplici. Il Napoli è arrivato decimo l’anno scorso dopo aver vinto lo scudetto: un baratro dal quale psicologicamente poteva essere impossibile risollevarsi. Conte ha riportato il Napoli al primo posto, adattandosi a uomini e giocatori. Era partito con l’idea della difesa a tre, grazie a McTominay ha riproposto la linea a quattro, più un paio di variazioni sul tema per sorprendere e creare superiorità: Politano terzino per la difesa a cinque, McTominay altro centravanti per attaccare in massa. Calcio semplice, non banale.
Chiaro che i due ieri erano in riserva, così il Napoli ha riproposto un 4-3-3 puro nel quale è stato Di Lorenzo la chiave: dopo Spalletti era quello entrato più in crisi, poteva perdere la Nazionale, sembrava un altro. Conte e Spalletti l'hanno difeso e oggi Di Lorenzo è di nuovo il leader. Ha letto sempre bene la Roma, ha capito quando era il caso di affiancare Lobotka in mezzo, quando spingere, quando entrare. Il gol lo segna Lukaku, lo “vede” Kvara con un cambio di campo, ma lo crea Di Lorenzo entrando da mezzala e crossando al centro per il 9 belga. Non poteva che essere lui a inventarsi il break, perché i compagni erano al massimo”.