Era il 27 maggio del 1984 quando un “Si”, quello del mio caro Diego, cambiò la storia di Napoli e del Napoli. 39 anni fa. Una città tinta di azzurro per dare onore allo scugnizzo più napoletano di sempre. Il D10S del calcio, unico, indiscusso a cui oggi la città gli ha dedicato le piazze, cori, striscioni e bandiere ed è sempre ricordato e invocato durante gli incontri di calcio.

Ieri, oggi e domani, sempre ed ovunque

Diego Armando Maradona, la leggenda del calcio mondiale, “El Pibe de Oro”, l’uomo dai racconti difficili seppur malinconici, che in ogni modo accarezza gli animi e riempie i cuori e le menti di chi h potuto ammirarlo in campo e fuori dal terreno di gioco, perché anche quando non parlava col suo meraviglioso mancino, spiazzava le folle attraverso gli eventi della vita, fatta di pregi e difetti, ma vissuti sempre da assoluto protagonista.

Oggi Diego appartiene alla storia, quella trascritta sugli almanacchi del calcio, appartiene alla vita di chi lo ha amato e di chi lo ama ancora. Con lui abbiamo esultato per una Coppa Uefa, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, un campionato del Mondo, e due scudetti… anzi direi tre, perché quello di oggi, conquistato dopo 32 anni, porta il suo nome. Se oggi Napoli è in festa lo deve anche al mio caro Diego che, “fregando” e spiazzando ancora tutti una volta, è stato il 12esimo uomo in campo, e... nisciuno se ne accorto.