Osimhen è oro colato. E lo è da qualsiasi lato la si voglia vedere. Se resta senza rinnovo, se lo fa rinnovando, se lo cede oggi, se lo fa tra un anno.

La punta nigeriana è il classico assegno a vista. Pagato tanto, non esploso del tutto i primi due anni. Poi una iradiddio su ogni campo, protagonista assoluto dello scudetto storico dopo 33 anni. E la possibilità di fare una plusvalenza monstre è davvero affare per pochi eletti. Anzi, è affare che rafforza la competenza della società capitanata da Aurelio De Laurentiis.

Victor è un attaccante fortissimo, che porta all'eccesso positivo alcune caratteristiche fondamentali soprattutto per il calcio moderno: corsa, elevazione, fame. In pratica corre in velocità quasi il doppio degli altri, facendo letteralmente tremare le difese avversarie che hanno poco tempo per la manovra. In più, chi affronta il Napoli cerca costantemente di evitare di subire il contropiede che potrebbe essere micidiale avendo contro un vero e proprio ghepardo (chiedere al Liverpool nei primi 30 minuti, prima del suo infortunio). L'elevazione poi è straordinaria, ha un terzo tempo raro e di testa segna ad ogni pié sospinto (anzi, ad ogni cross indovinato). La fame che lasciano intravedere occhi, gambe e smorfie è la peculiarità che ogni allenatore vorrebbe vedere da un suo atleta. Ma non solo. È la caratteristica principale per far la differenza nel mondo del lavoro, che sia calcio o altro. Lo sport è pieno di talenti cristallini offerti da madre natura ma persi per svariati motivi, tra tutti la voglia di emergere e la fame di vincere.

Il ragazzo ha anche dei difetti, e ci mancherebbe. Non brilla, infatti, per tecnica di base e tattica. Certo, si potrebbe discutere sui gol fatti quest'anno, soprattutto i due alla Roma di Mourinho andata e ritorno. Un mix di potenza, intelligenza, fame, cattiveria agonistica e anche tecnica. Ma Osimhen non ha tanta sensibilità nei piedi, non è raro vederlo sbagliare appoggi anche facili, ancora più difficile vedere un suo dribbling, specialmente nello stretto. Tatticamente pure non è una cima. Se spalle alla porta, non sempre indovina il movimento giusto, come pure in corsa non sempre riesce a portarsi l'uomo diretto per liberare le ali. Anzi, molto spesso lo si vede, nei momenti di difficoltà, sbattere contro le difese avversarie non giovando ai suoi compagni di reparto. Garcia dovrà, per chi scrive, lavorare su questo aspetto. Perché se la tecnica la puoi difficilmente migliorare, e se avviene lo si fa di poco, la tattica ha bisogno di studio, intelligenza e tanta applicazione. Cose che al capocannoniere in carica certo non mancano.

Ma quali sarebbero gli effetti di una cessione o della sua permanenza?
Cedere Victor in questo momento toglierebbe sicuramente un forte punto di riferimento al Napoli. E probabilmente anche il modo di giocare ed imporre le proprie trame. Perché andare a scovare un attaccante con le stesse caratteristiche del nigeriano è cosa assai complicata. Ciò non vuol dire che non si possa trovare un giocatore forte e utile alla causa, anzi. Il Napoli ha dimostrato di migliorare sempre dopo le rivoluzioni o cessioni importanti. Soprattutto se, come in questo caso, arrivasse nelle casse azzurre una cifra a 3 numeri. Si ammazzerebbe un mercato, se aggiunte riserve, TV, champions, clausola di Kim e premio scudetto. Come già detto, sarebbe una catastrofe... per gli altri. Ciò avverrebbe anche se rinnovasse con clausola rescissoria esercitabile dall'anno prossimo solo per club esteri.

Se restasse, invece, sarebbe un duro colpo per il campionato. Perché oggi come oggi avere in squadra Osimhen vuol dire avere un assoluto valore aggiunto. Uno che è vero che ha qualche limite tecnico e tattico, ma una cattiveria agonistica che da queste parti non si vedeva dai tempi di Cavani. Significherebbe avere come punta di riferimento un ragazzo dalla straordinaria umiltà, che tutto ciò che fa e ha fatto (e farà) lo suda con tutte le sue forze. E lo urla al mondo. Come quando ad Udine sancì, il 4 maggio, la fine dei giochi. Perché era giusto che fosse Victor Osimhen a segnare il gol scudetto. E la fortuna, il fato, aiuta sempre gli audaci.

Da qualsiasi lato la si vede, il nigeriano è un valore aggiunto. Un assegno vista. Oro colato. Che, in ogni caso, ti fa vincere.



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