Mura aragonesi in Via Marina
Mura aragonesi in Via Marina

Rappresentano una parte importantissima della storia e del patrimonio monumentale della città di Napoli: le fortificazioni aragonesi fatte costruire a partire dal 1484 dal Re Ferrante per ampliare la parte orientale della cinta muraria, di cui l'esempio più celebre – e meglio conservato – è senz'altro Porta Capuana. Tracce bellissime della città rinascimentale, che tutt'oggi sono ancora inserite nel contesto vivo della Napoli odierna. Una cosa che, se da una parte rappresenta un'importante singolarità, dall'altra ne accentua lo stato di degrado e ne mette a rischio la conservazione. Soprattutto se dall'altra parte c'è l'indifferenza delle istituzioni. 

A lanciare l'allarme è la sezione locale dell'Istituto Italiano dei Castelli, che nella giornata di sabato scorso 9 novembre aveva organizzato una visita guidata al Castello del Carmine e ai resti delle mura aragonesi. Quel che ne è emerso, però, è un quadro sconfortante. Scrive l'Istituto sui social: “Si è dovuto constatare il perdurare dello stato di degrado delle torri, delle porte e dei tratti di cortina superstiti”.  

Napoli, l'allarme dell'Istituto Castelli: “Peggiorano le condizioni delle mura aragonesi”

Precisa poi la sezione di Napoli dell'Istituto Italiano dei Castelli: “[C'è degrado] A partire dai resti del Castello del Carmine, per proseguire con il tracciato delle mura, con la Torre Fedelissima che precede Porta Nolana, alle tristi condizioni di quanto sopravvive di Torre Aragona, al peggiorare delle condizioni di Torre Gloria, l'unica che conserva, insieme alla Sant'Anna, elementi superstiti degli originari merloni”. 

Una triste sorte per le mura aragonesi, dunque, e si spera che Comune e Soprintendenza possano accogliere l'appello dell'Istituto. C'è, però, un'eccezione: “La sola torre apparsa in discrete condizioni è Torre Duchesca (agli inizi di via Rosaroll), se si esclude Porta Capuana, oggetto di un recentissimo restyling”. 


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