David Neres: un assente ancora giustificato per la volata finale

La Gazzetta dello Sport analizza il rendimento di David Neres, che può essere l’uomo decisivo per la volata finale del Napoli.
David Neres: un assente (ancora) giustificato
“E c’è chi dice boh. Perché se Lukaku è presente (12 gol) e Politano è un esempio (per generosità e rendimento), se Raspadori quando lo chiamano risponde a modo suo (tre dei quattro gol negli ultimi due mesi, prima di tornare in panchina), David Neres risulta ancora assente, anche se giustificato. Si è fatto male con l’Udinese, ha saltato cinque partite ed è rimasto fuori per 49 giorni, ha dovuto accelerare per fronteggiare l’emergenza con il Milan, si è “allenato” praticamente giocando anche con Bologna ed Empoli, e però - direbbero gli amanti delle statistiche, senza esserne necessariamente ossessionati - l’ultima volta che ha indotto al “delirio” è stato a Firenze, gol dell’1-0 per spaccare una partita complicata, prima di piombare nel tunnel del silenzio.
La nostalgia, canaglia, è sulla corsia di sinistra, per mille e vari motivi che sembra persino superfluo ricordare, ma all’addio di Kvara il partito degli ottimisti aveva (giustamente) puntato su David Neres, una trentina di milioni investiti nell’estate scorsa per avere dal Benfica un talento allo stato puro e semmai schierarlo pure in coppia con il georgiano, sennò come alternativa. Il “primo” Neres ha avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi e il debutto dall’inizio è datato 26 ottobre, contro il Lecce, portandosi comunque appresso nel suo part-time tre assist ed un gol (al Como), sufficienti per attenderlo con l’ottimismo che va concesso ad un protagonista annunciato con quel futuro dietro le spalle.

Il “secondo” Neres emerge a Udine, lui per sostituire Kvara, ed è un bel vedere, che l’introduce nel periodo più felice, arricchito dall’assist di Marassi contro il Genoa, dall’invenzione al “Franchi” con la Fiorentina, d prestazioni che lasciano il segno come a Bergamo, nell’ultimo blitz in trasferta, oppure con la Juventus.
Conte chiama Il “terzo” Neres ha lasciato intravedere qualcosa di sé nella ripresa, con l’Empoli, ma deve ancora ritrovarsi e a Conte serve un uomo che diventi un fattore, che salti l’avversario e crei la superiorità, che sposti i valori in campo pure nella noia di partite sporche: il tridente è per lui, è una scelta ideologica per esaltarne le qualità, è stato rilanciato dopo un periodo di 3-5-2 o di di 4-4-2 o comunque di Jack Raspadori con Romelu Lukaku, necessità o esigenza emersa per l’accidente alla coscia sinistra del sudamericano, la lesione distrattiva del muscolo semimembranoso che ha rappresentato un po’ lo spartiacque di questa sua stagione (ancora) in chiaroscuro, certo condita da difficoltà imprevedibili.
Neres: in questa volata serve il brasiliano
Conte ha “rivoluzionato” il Napoli riveduto e corretto in quel mese e mezzo senza Neres, l’ha elaborato per lasciare che la natura stessa di una squadra fatta a forma di tridente potesse beneficiare delle intuizioni di un attaccante che in carriera non ha mai segnato tantissimi gol (tre volte in doppia cifra, due con l’Ajax e una in Ucraina, con lo Shakhtar) ma che rappresenta una cifra in termini stilistici, di eleganza e di genialità. Sei partite ancora, bastano ed avanzano per dare un senso a questa annata per lui tormentata, attraversata però alla periferia del Napoli, lui che ora deve diventare centrale nella corsa al sogno che Conte non vuole negarsi: «Se vogliamo, possiamo». Con il vero Neres, ci sarebbe un uomo in più. E - vada come vada - manco un pizzico di saudade”.