A Marocchi e gli altri non resta che tifare (contro)
Alla fine non è riuscito a contenersi il povero Giancarlo. Gli è scappata con un candore fanciullesco e l'ha detta.
“Ci prometti che batterai il Napoli?” è la richiesta rivolta a Dionisi, l’allenatore del Sassuolo prossima rivale del Napoli, venerdì 17 febbraio. Una domanda da tifoso, più che da opinionista sportivo. Ma ormai siamo abituati a questo atteggiamento dei media.
Del resto, sempre ieri abbiamo assistito ad un altro paio di scivoloni, a voler esser buoni, da parte delle emittenti televisive. Da un lato DAZN permetteva al signor Marelli da Oggiono, Brianza, di esibirsi in un’altra acrobazia dialettale per giustificare il mancato rigore ai danni di Kvaratskhelia.
“Secondo me è fallo in attacco” dice il buon Luca. Probabilmente c’era anche il giallo per il fenomeno Georgiano, reo di manifesta superiorità e di esibirla con tracotanza ad ogni partita. Marelli è talmente visionario nelle sue interpretazioni arbitrali che, oltre Ciro Ferrara, addirittura Barzagli, uno che di certo non è pro Napoli, si è sentito quasi in dovere di deriderlo.
Il cerchio si chiude la notte con Fabio Caressa che, all’improvviso caccia un coniglio dal cilindro e, parlando del capitano Giovanni di Lorenzo, afferma: “Eppure c’è chi lo considera il punto debole del Napoli”. Una castroneria talmente elevata che gli altri opinionisti, da Di Canio a Bergomi, da Bucciantini a Marchegiani, non riescono a non liquidarla con una sonora risata e con lo sguardo eloquente di chi sta pensando “Fabio, posa il fiasco, o perlomeno posa il coniglio”.
Caressa poi, da buon cerchiobottista, afferma di avere un “libro nero” , apprezzabile in questo caso la citazione di paraticiana memoria, con scritti tutti i nomi di coloro che dicevano che Di Lorenzo non era granché, a differenza sua che, invece, lo ritiene uno dei più forti di Europa. Eh sì, Fabio, ci crediamo.
Insomma, non sanno più cosa dire. Il Napoli sta togliendo loro ogni argomentazione possibile. E quindi, cercano di liquidarlo dopo cinque minuti di conversazione, a volte su basi inventate come ha provato Caressa, altre usandolo come nemico da (ab)battere come spera Giancarlo Marocchi, per poi dedicare poi ampio spazio alle "più tifate d'Italia".
Ma non fa nulla, che parlino pure delle beghe di Juve, Milan ed Inter.
A noi basta il campo. E quello non sta parlando. Sta urlando.