Il Napoli ha perso la sua prima partita stagionale al Maradona contro la Lazio. Gli uomini dell'ex Maurizio Sarri che hanno concluso al secondo posto, proprio dietro gli azzurri a distanza siderale, lo scorso campionato. Sconfitta che, in una fase iniziale, ci può anche stare. Il Napoli ha cambiato allenatore, di conseguenza anche alcuni dettami tattici rispetto agli anni passati. Quindi una fase di ambientamento, per forza di cose, era prevedibile. Come era prevedibile il fatto che il Napoli non potesse dominare di nuovo il campionato in lungo e in largo.

Tornando alla gara di sabato sera, vero big match della terza giornata, gli uomini di Rudy Garcìa hanno disputato un primo tempo di discreta fattura, mostrando però ancora un limite evidente, cioè quello di non tirare praticamente mai da fuori area. Basterebbe vedere la gestione della palla da parte di Anguissa proprio allo scadere della prima frazione, dove anziché tentare il tiro dai 15 metri, serve sulla fascia Olivera. Appena l'uruguagio tocca palla, l'arbitro giustamente fischia la fine del primo tempo.

Il secondo tempo, nei primi 5 minuti, è un prolungamento del primo tempo. Possesso reiterato del Napoli e Lazio che subisce. Poi la svolta, in negativo. Zielinski perde palla, scivola, Anderson la mette in mezzo, Luis Alberto fa un velo da fantascienza e Kamada segna. 1 a 2. È il 51esimo minuto e ci sarebbero, da quel momento, 40 minuti più recupero per riprenderla.

Occorre, ora, fare un passo indietro, e tornare al campionato scorso. Il Napoli ha vinto il campionato per tanti fattori. Il più importante è stato quello della NON disunione quando è andato in svantaggio. Anzi, la riprendeva, la ribaltava, la vinceva. Con calma, annusando l'avversario, non perdendo mai la bussola, con consapevolezza delle proprie forze e delle proprie idee.

Ed è tutta qui la differenza. Il Napoli sabato sera ha agito in modo contrario a quello a cui ci aveva abituato. Si è disunito, è stato confusionario, aveva timore, era slegato. E soprattutto era totalmente votato all'attacco come se sul cartellone ci fosse stato scritto 89esimo minuto!
I motivi di questa scellerata gestione del secondo tempo sono, per chi scrive, di non facile individuazione. Perché potrebbe sicuramente essere una questione fisica, dopo i carichi di lavoro estivi, ricordando che siamo ancora al classico calcio di agosto. Potrebbe essere una questione di non abitudine a finire sotto nel secondo tempo dopo che stavi giocando molto meglio degli avversari.

Sperando che non sia una questione tattica, come lascia invece intendere un frame che ormai ha fatto il giro dei social, in occasione del gol annullato a Zaccagni. Sull'1 a 2, infatti, grazie a quella immagine si può chiaramente notare che i calciatori del Napoli sono tutti schierati male. Tutti, nessuno escluso. Come se nessuno di loro sapesse esattamente che fare in quel momento. Perché non puoi aggredire l'avversario a centrocampo per le caratteristiche che hanno i nostri difensori in questo momento, aspettando chiaramente l'esordio di Natan. Esordio che dovrebbe invece ovviare a questa necessità dell'aggressione alta alla ricerca istantanea del recupero palla.

Il Napoli ha perso meritatamente la partita, proprio per la gestione totalmente errata del secondo tempo. Ha perso tutti i punti di riferimento a cui era abituata. Ovviamente non bisogna cadere nell'errore di equiparare ad ogni pié sospinto il Napoli di Garcìa con quello di Spalletti. Il francese è uomo e tecnico intelligente, sicuramente saprà come non ripetere più gli errori dei secondi 45 minuti. Siamo sicuri che però un piccolo campanello d'allarme, nella sua testa, sta suonando. Ed è giusto così. Ed è meglio perdere oggi qualche gara che più avanti. Del resto, è la naturale evoluzione quando si cambia guida tecnica.
Peccato per la partenza di tutti i titolari per le rispettive nazionali, perché Garcìa non potrà lavorare col gruppo completo. Ma se il Napoli ha tutto il blocco nelle rispettive nazionali, vuol dire che gli azzurri sono una squadra forte. Ed in quanto tale, dovrà lottare fino alla fine per ripetere l'anno scorso. Sarà difficilissimo ripetersi, ma il dovere di provarci è lampante. Per farlo però, non bisogna mai più ripetere il secondo tempo di Napoli - Lazio. Non bisogna mai disunirsi, come diceva Capuano a Fabietto in quel capolavoro di Paolo Sorrentino.