Il mito di Grassi&Regini è finito
Dopo 8 anni possiamo finalmente dire che è finito il racconto di Grassi&Regini. E a mettere il punto definitivo ci ha pensato Cristiano Giuntoli, il miglior Direttore Sportivo d'Italia. E, guarda caso, fu lo stesso Giuntoli che fece le due operazioni in quel lontano gennaio del 2016.
Il Napoli si trovava nel pieno della lotta scudetto, allenato da Maurizio Sarri. Non esattamente un allenatore che, per quanto bravo, ami la panchina lunga. Gli azzurri erano una macchina quasi perfetta, oleata, amalgamata. Aurelio De Laurentiis, in accordo proprio con Giuntoli, preferì mantenere l'equilibrio di spogliatoio che fino a quel momento (ma anche dopo) tanto aveva fatto bene. Prese Regini come quarto di difesa e Alberto Grassi, pagandolo anche 8 milioni, una cifra considerevole per l'epoca, per dare una alternativa in mezzo al campo. Il Napoli non vinse lo scudetto, complice una Juventus troppo forte per ogni velleità azzurra.
Ma la coppia Grassi&Regini, così ribattezzata dalla piazza napoletana, ha avuto, nel corso di quasi un decennio, un'attenzione che mai si sarebbero aspettati. Sono stati citati e presi ad esempio ogni qual volta si doveva criticare l'operato della società. Sfumava un obiettivo? "Si ma ricordi Grassi&Regini?". La Juventus arrivava in finale di Champions League? "Si ma ricordi Grassi&Regini?" E così via.
I due calciatori sono stati presenti come fantasmi ad ogni sessione di mercato. A loro sono stati dedicati intere pagine di giornale, trasmissioni televisive. Leggenda narra che qualcuno addirittura abbia scritto libri mai pubblicati.
Ma gli anni passano e il mondo cambia. E cambiano i dirigenti, i calciatori, gli allenatori. Sarri, ad esempio, oggi allena la Lazio e non ha cambiato approccio rispetto alla rosa profonda. Si vince uno scudetto dominando ma se ne poteva vincere anche un altro se invece di Grassi&Regini…
Gli anni passano, dicevamo. Cristiano Giuntoli si guadagna sul campo la chiamata juventina e, naturalmente, accetta. E caso vuole che la Juventus si trova a giocarsi lo scudetto con la favorita Inter. La stampa e il tifo bianconero si aspettano un mercato invernale in pompa magna perché la Juventus, da sfavorita, deve necessariamente colmare il gap. Anche perché i nerazzurri giocano le coppe, i bianconeri no per squalifica.
Giuntoli, invece, da grosso uomo di calcio quale è, si presenta con il lungodegente Djalò e Alcaraz, prelevato in prestito dalla B inglese e con un diritto di riscatto esorbitante. Come per miracolo, sono più esaltati a Napoli che a Torino rispetto al mercato bianconero. Storia nota, come fosse un perpetuo copia incolla.
Ma il team di Max Allegri, proprio a mercato chiuso, fa un solo punto in 3 gare con ben due sconfitte (tra cui allo Stadium con l'Udinese) ed un pari, rendendo il distacco con l'Inter quasi insormontabile. E la risposta del DS ex Napoli è eloquente quanto competente: "abbiamo giovani che devono giocare". Amen.
Cadono tutte le teorie di 8 lunghi anni su quel mercato di riparazione. Così, come foglie al vento.
E allora grazie Cristiano. Perché non solo hai dimostrato a Napoli di essere il DS numero uno, ma anche perché il tuo modo di lavorare ricorda ai più che il calcio è un tantino (ma giusto un pó eh) più complicato di quanto si racconti e più complesso di quanto si creda. Ad ognuno il suo mestiere.