Il match di andata di San Siro ha prodotto sicuramente diversi spunti di recriminazione per gli Azzurri, qualsiasi sia il tipo di analisi che si voglia fare: mediatica con la "questione Ambrosini", tattica e tecnica –  il Napoli ha obiettivamente giocato meglio del Milan che è riuscito a condurre in porto la vittoria grazie a Magic Mike Maignan –  ed infine l’arbitraggio che ha rasentato la mediocrità.

Ogni protesta volta a sottolineare questi aspetti sarebbe dunque giusta, a nostro parere, ma... è utile?

Ecco, ragioniamo su questo: la differenza tra il fare una cosa giusta ed una cosa utile. Il concetto è più profondo di quello che può apparire ed ha le sue radici anche in filosofia e politica, ma qui ci limiteremo al calcio e al Napoli, naturalmente, e la tesi è piuttosto semplice: a pochi giorni dal Napoli Milan più importante della nostra Storia dal 1988, non possiamo permetterci di parlare di ciò che è giusto.

Sarebbe stato giusto avere un commento tecnico più equo? Sì, certamente.

Sarebbe stato giusto il pareggio mercoledì scorso? Sì, certamente.

Sarebbe stato giusta una distribuzione più equa dei cartellini da parte dell'arbitro? Sì, certamente. Come direbbe Robertino in Ricomincio da tre.

Ma adesso non serve pensarci!

Non serve dedicare tempo, energia e pensieri a ciò che è stato. Perché è troppo importante quello che deve ancora arrivare. Troppo importante per permetterci di scivolare sulla buccia di banana del vittimismo.

Allo stesso modo, non è utile “sovraccaricare” la partita di ritorno introducendo anche gli elementi di cui sopra. Lo ha dimostrato il Barcellona di Xavi contro l’Inter pochi mesi fa: sovraccaricare la sfida inserendo troppi temi rischia di essere controproducente per chi ha in testa una rimonta. Si va in crash di sistema.

Ripetiamolo ancora più chiaramente: la partita è troppo importante per assegnarle anche il plusvalore del “vincere perché abbiamo subìto un’ingiustizia”. Ed il Napoli è diventata una squadra troppo importante per non pensare esclusivamente solo a ciò che serve fare e dire per ottenere la vittoria, non a ciò che è semplicemente giusto.

E beninteso, questo concetto di “fare ciò che serve” vale per tutti: i tifosi, che devono smetterla immediatamente di stuzzicare la presidenza, per la società stessa, che deve fare il possibile per agevolare il tifo martedì prossimo, per la squadra e Spalletti, che non deve darsi alibi per quanto successo e pensare che si può fare meglio, si può segnare a questo Milan, più di un gol, più di due, insomma possiamo batterlo.

Si può passare il turno. Si può ancora uscire vincitori e respirare una dimensione e un'aria mai respirate, immaginando di toccare le curve sinuose di quella Coppa che mai abbiamo nemmeno sognato. Dimentichiamo mamma Giustizia, che ci ha spesso dato conforto, ma che ora non ci può aiutare.

Restiamo sul pezzo, noi tutti, tenendo a mente l’obiettivo vero, fino al fischio finale di martedì prossimo.

Per non rischiare di ritrovarci a casa piagnucolanti e per non sentirci dire dal Massimo lungimirante di turno: Ma vafancul’ tu e mammin'!

https://www.youtube.com/watch?v=OmGqs8Gocb8