Ci risiamo, a pochi giorni dalla sfida tra gli azzurri e la compagine allenata dall’ottimo Palladino, il Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive) aveva deciso di applicare il divieto di trasferta per tutti i tifosi partenopei residenti in Campania. Una decisione presa dopo che la vendita dei biglietti del settore ospiti si era già conclusa da una settimana, con l’ormai consueto sold-out e centinaia di afecionados che avevano già organizzato la partenza per raggiungere Monza con ogni mezzo.

Una scelta quanto mai arbitraria e che, leggendo le motivazioni, puniva proprio i tifosi del Napoli, vittime di un vile attacco nel post-partita di Udine, quando avevano pacificamente invaso il terreno di gioco per festeggiare lo storico scudetto. A determinare la scelta avevano pesato i possibili incroci con le tifoserie di Udinese e Roma, rispettivamente impegnate a Firenze e Bologna, con il rischio di nuovi scontri in autostrada, come quelli di gennaio scorso nei pressi dell’area di servizio di Badia al Pino (Arezzo).

Fa specie che lo stesso provvedimento non fosse stato applicato nei confronti di friulani e romanisti che potranno tranquillamente essere al seguito delle loro squadre, nonostante i primi abbiano rivendicato l’attacco, ricevendo la solidarietà dei “colleghi” giallorossi. Oltre al danno quindi la beffa che, oltre ad essere morale, avrebbe avuto risvolti anche economici, con più di un tifoso a lamentarsi per i soldi che avrebbe gettato alle ortiche per prenotare biglietti di treno, aereo e in alcuni casi albergo.

A questo punto non possiamo astenerci dal chiederci se il provvedimento verrà preso anche in occasione dell’ultima trasferta stagionale a Bologna, quando la Roma sarà impegnata a Firenze e le due tifoserie viaggeranno per centinaia di chilometri a stretto contatto. E se si deciderà di trattenere entro i confini regionali i supporters azzurri, come si pensa di gestire i tifosi dell’Udinese che saranno di scena a Salerno, a pochi chilometri dal capoluogo campano?

A rendere tutto grottesco ci ha poi pensato un ricorso al TAR che potrebbe rendere nullo il divieto ai danni dei tifosi azzurri residenti in Campania, con altissime probabilità che la trasferta venga riaperta. Si attende in pratica solo l’ufficialità. Questo a ribadire la mancanza di un ordinamento giuridico a sostegno dei Prefetti che spesso si vedono costretti a emanare divieti di pancia perché non adeguatamente sostenuti dal Governo centrale.

Ma a prescindere dalla conclusione di questa vicenda, per quanto tempo ancora le soluzioni al “problema” saranno i divieti? Per quanto tempo ancora si puniranno indistintamente tutti i tifosi, invece di individuare e isolare solo quelli violenti? In fondo la Digos a piena coscienza delle dinamiche Ultras e dei soggetti che animano questo mondo. Estirpare il male alla radice non dovrebbe presentare eccessive difficoltà o basterebbe la semplice applicazione delle leggi, equiparando scontri come quelli di gennaio o quelli accaduti proprio a Napoli - quando la città fu messa a ferro e fuoco da un centinaio di delinquenti arrivati da Francoforte – a veri e propri atti eversivi e per questo da punire con la massima severità.

Non crediamo sia degno di uno stato evoluto che la punizione per scontri che coinvolgono centinaia di “tifosi” e forze dell’ordine, sia un banale Daspo. Scontri che sottraggono alla collettività tutori dell’ordine, che potrebbero essere utilizzati per esigenze ben più impellenti, per una semplice partita di calcio. Scontri che causano ogni domenica danni, al privato e ai Comuni, per migliaia e migliaia di euro. Senza contare i pericoli per l’incolumità di chi vuole solo passare una giornata di sport in compagnia di amici e famiglia.

Ci chiediamo a questo punto quali siano gli interessi che tutelano la parte oscura che si cela dietro la realtà del tifo organizzato. Perché il mondo della politica esprime il proprio dissenso solo in presenza di eventi clamorosi, ma poi non provvede a dotare le forze di polizia di strumenti legislativi per risolvere la questione una volta per tutte. Perche?