Il primo cittadino partenopeo, Gaetano Manfredi si è concesso ai microfoni del Corriere dello Sport rilasciando una lunga intervista che potrete leggere qui in modo integrale.

“Lei è il primo sindaco di Napoli per cui lo scudetto sappia di prospettiva: nel 1987 c’era il commissario, nel 1990 Lezzi era a fine mandato”.

Manfredi: “Già, io invece comincio adesso e comincio bene; ho seguito quasi tutte le partite allo stadio ed ho visto uno scudetto costruito pazientemente da una società sana”.

“Cifra parecchio cambiata dai tempi di Maradona".

Manfredi: “Molto diversa, più internazionale, piena di talento come sempre, ma trainata da giovani di valore che vogliono la modernità. Una trasformazione positiva di cui lo scudetto è un segnale”.

“Quando esattamente Napoli si è lasciata alle spalle la sua vecchia immagine?”

Manfredi: “È stato un percorso progressivo; io l’ho sperimentato nelle fasi salienti, quando ero rettore della Federico II. Li è cresciuta una nuova generazione che è stata all’estero, negandosi agli stereotipi: da questo patrimonio Napoli riparte ed il boom turistico lo dimostra”.

“Lo scudetto contribuisce alla sua trasformazione?”

Manfredi: “Si perché dimostra che a Napoli si può vincere, che ci sono le capacità per farlo. Un successo così fa propaganda a tutto il Sud”.

“La vittoria porta onori ed oneri. Bisognerà mettere mano allo stadio Maradona”.

Manfredi: “Lo faremo. A fine campionato procederemo di comune accordo con il club per valutare gli interventi necessari. Con ogni cura per un impianto di valore architettonico: ci vorrà un masterplan ad ampio raggio che analizzi le operazioni necessarie e faccia il conto degli investimenti. L’Europeo di calcio in Italia sarebbe un’occasione preziosissima e la capienza attuale deve essere tra i 60.000 ed i 70.000 spettatori”.

“Grazie al calcio attirare investitori privati potrebbe rivelarsi più semplice”.

Manfredi: “Ovviamente, ma già c’erano. C’è un interesse rinnovato per la città , ci sono trattative in corso e lo scudetto manda segnali in più”.

“E diventerà capitale europea dello sport?”

Manfredi: “Abbiamo avanzato la candidatura per il 2026 perché crediamo che lo sport svolga una funzione educativa rilevante per i giovani. Il nostro interesse va soprattutto ai ragazzi dei quartieri difficili. Lavoriamo in vari settori, stiamo chiudendo accordi con la Federnuoto, con altre federazioni come la FIDAL, la FIT ed il CONI. E poi spingiamo sulle strutture di base come i playground. È un volano per il miglioramento della città ed il Napoli ci aiuta in questo”.