Nato e cresciuto da papà Mikael e mamma Katarina, due sportivi, per poi intraprendere quella stessa strada, inizia in Svezia a sedici anni, in uno dei vivai più importante del paese, la carriera di Viktor Gyokeres.

Gyökeres, dalla palestra della Premiership allo Sporting

Gli anni successivi segnano il passaggio al calcio dei grandi, tra Championship e 2. Bundesliga, ma la sensazione è che questo ragazzo ha ancora qualcosa da mostrare.

È il 13 luglio del 2023 quando viene comunicato il suo trasferimento allo Sporting Lisbona, 20 milioni spesi per l’acquisto più oneroso del club, che crede in lui facendolo firmare un contratto da 5 anni con clausola fissata a 100 milioni, i portoghesi evidentemente, più di chiunque altro, ci avevano visto lungo.

Al debutto sono due i gol segnati, Viktor ci prende gusto, e non si ferma più, siglando 29 reti al termine della stagione, ed alzando il campionato con i lusitani.

I 25 anni e l’inesperienza ad alti livelli influenzano il giudizio su un giocatore esploso all’improvviso come credono in molti, che però lontano dalla luce dei riflettori ne segna 39 in appena due stagioni col Coventry, in una Championship che per lui è stata una scuola, e che ora ripaga, mostrando finalmente a tutti lo strapotere in campo.

Fisicità, velocità e letalità sotto porta

Lo strapotere di un giocatore dominante fisicamente, 187 cm per 90 kg, inamovibile spalle alla porta, rappresentando un punto di riferimento per le verticalizzazioni dei compagni, ma anche letale con l’attacco in profondità, grazie alle sue leve lunghe che però non appesantiscono il movimento, ma lo slanciano, rendendo impossibile il recupero in uno contro uno ai difensori avversari.

10 inoltre gli assist, tecnicamente nello stretto fa fatica, perde diversi palloni (15 in media), ma ha l’intelligenza per leggere con i giusti tempi il gioco e da pivot proteggere palla e poi inventare.

I suoi spostamenti inoltre denotano grande duttilità in zona offensiva, un attaccante che spesso e volentieri si allarga, confermando il suo grande controllo del corpo nonostante la stazza, giocando da esterno a destra e a sinistra con grande leggerezza di movimento, e creando proprio da quelle zolle di campo quasi due occasioni per partita, da aggiungere al già ampio bagaglio che si porta dietro, e che arriva da lontano.

Si perché lo svedese non è esploso all’improvviso, ma è dovuto crescere e migliorarsi in contesti tutt’altro che d’eccellenza, trovando pian piano il suo spazio. Un percorso atipico in un calcio che ormai va tanto, forse troppo veloce, ma che dopo aver girato mezza Europa, potrebbe portarlo sotto le pendici del Vesuvio, alla corte di Antonio Conte.

Fisico e velocità abbinati alla facilità nei movimenti senza palla ne fanno il prototipo dell’attaccante moderno, e chissà che ad occupare quello slot presto lasciato libero, non si passi dal caldo Nigeriano al freddo svedese, nel segno di Viktor.


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