Ci perdonerà Christian De Sica se prendiamo a prestito una sua immagine ed una sua celebre battuta per descrivere lo stato dell’arte nell’immediata vigilia del ritorno del quarto di finale Champions Napoli - Milan, ma ci è sembrato davvero adatto allo scopo.

E lo scopo è molto semplice: chiediamo scusa.

Chiediamo scusa al signor Lorenzo Colombo, da Milano (ndr uno dei tanti personaggi interpretati da Massimo Boldi nella saga Vacanze di Natale), per i nostri comportamenti chiassosi, coloriti, fastidiosi. Capiteci: siamo meridionali.

Siamo quelli di Benvenuti al Sud, quelli dove devi tenerti stretto il borsellino altrimenti te lo fregano appena metti piede sul suolo borbonico. Perché noi siamo borbonici e desideriamo il ritorno del Regno delle Due Sicilie, non dimentichiamolo. Già questo basta per rendere un controsenso la partecipazione alla Serie A che stiamo, accidentalmente, vincendo. Ma proveremo fino alla fine a non riuscirci.

Siamo quelli che "non sanno perdere", perché protestiamo per l’arbitro cattivo e prezzolato, ma "non sanno nemmeno vincere", perché poi manifestiamo troppa gioia. Spesso lo facciamo sparando fuochi d’artificio pericolosissimi che, si sa, poi ci privano di almeno tre dita per mano, come da cronaca. Sarà per questo che di scudetti ne abbiamo vinti solo due. Perché altrimenti non sapremmo come contarli. E comunque se li abbiamo vinti dobbiamo ringraziare la monetina, il drogato e Luciano Moggi che imbrogliava.

Non abbiamo imparato nulla dalla classe sempiterna dei vincenti che accettano con identico e perfetto stile il trionfo e la polvere. Non abbiamo avuto nemmeno la fortuna, meritata, di una guida che ci abbia dato l'esempio, come hanno saputo fare per esempio il visionario Silvio Berlusconi e la regale Famiglia Agnelli, modello di stile dalla notte dei Tempi.

Siamo gli imbucati alla festa, quelli che provano a travestirsi da signori ma che alla fine restituiscono sempre la stessa disagiata maschera: quella del cafone arricchito.

Siamo quelli con gli spaghetti in tasca di Totò, gli eterni emigranti abiurati da Troisi. Siamo il Mimmo Pesce di TeleLombardia, la macchietta perfetta del napoletano tutto Pulcinella e tarantella (non ne facciamo una colpa a Mimmo Pesce, sia chiaro). Che ti fa pure ridere se ogni tanto vince, ma quanto ti piace vederlo perdere...

Siamo quelli rappresentati da un produttore cinematografico, quello de “i Cinepanettoni”, che vuoi che ne sappia di comunicazione ed eleganza.

Siamo quelli che sui social augurano le peggiori nefandezze ai giocatori avversari, incapaci di prendere ad esempio mirabolanti tifoserie che invece della signorilità e del rispetto dell’avversario hanno fatto un mantra.

Siamo quelli che hanno speranza di redenzione soltanto se rinnegano la loro origine modesta e iniziano ad avere come modello chi ha insegnato loro come ci si relaziona nel mondo civile. Come seppe fare, giusto in tempo per la sua carriera, Gonzalo Higuain quando si liberò dell'azzurro per andare finalmente in un club che ne riconoscesse la grandezza o, ancora, come fece Luciano Moggi che riuscì a ripulire i panni dal delinquere facile, appresi a Napoli naturalmente, lungo gli argini del Po.

Siamo quelli che hanno trattato come carne da macello tre poveri ragazzi della Primavera, mentre altre società rispettabili si affannavano a cercare soluzioni legali al gravissimo imprevisto creato dalla pandemia. Del resto, siamo abituati a imbrogliare il turista con il gioco delle tre carte appena scende dalla Stazione Centrale, che vuoi che sia per noi farlo con tre ragazzotti ingenui.

Siamo quelli che hanno trasformato la Champions League in una competizione da poveracci. “ERA la Champions League” tuona Pietro Balzano Prota – doppio cognome che si addice ad un popolo civilizzato – giornalista ed ex direttore di Radio Rossonera, prostrato dagli inverecondi schiamazzi notturni che hanno tormentato le notti di Leao e compagni.

Siamo i vittimisti per eccellenza. Quelli che è sempre colpa degli altri. Pure questo pezzo è vittimista!

Siamo napoletani, perdonateci. Sopportateci, se potete. E non vi sentite in colpa se vi scappa di desiderare il nostro male. Sono colpe che meritiamo di espiare con il pubblico ludibrio.

Abbiamo però una buona notizia. Stasera tutto finirà e toglieremo il disturbo, almeno in Europa. I tifosi delle squadre come si deve potranno finalmente tornare a sfidarsi tra loro anche sui palcoscenici che contano, all'ombra della Madonnina o, chissà, se la Giustizia farà il suo corso, un giorno anche sotto quella delle Mole Antonelliana, facendo seguito ad un gemellaggio improvvisato tra tifoserie rossobianconere ma che ha il pieno sapore del Giusto, al quale ci fa piacere aver inconsapevolmente contribuito.

Come da copione da film patinato, alla fine la civiltà e la classe vincono sempre. Quelle di Rafael Leao sul campo, di Paolo Maldini sugli spalti, di Beppe Sala Milano capitale d’Europa. E dei tifosi, che sui social sanno come far palpitare il grande cuore rossonero e che, da domani, ci mostreranno cos'è davvero la sportività. Il saper stare al mondo.

Proveremo a prendere esempio da tutti loro, dalla loro sobrietà. La stessa di Lorenzo Colombo da Milano.