Rientro ok per il Napoli che a Verona in un match, per mille motivi, per nulla semplice da gestire, conquista i 3 punti con un netto 1-3, risultato praticamente mai in discussione. La partita infatti è stata sin da subito indirizzata con il doppio vantaggio acquisito nel primo tempo, partita poi chiusa dalla rete, la seconda nel match, di Kvaratskhelia nei secondi 45’, Lazovic da una piccola speranza ai padroni di casa, speranza che però rimane tale, con il Napoli che ora si porta al quinto posto, aspettando i match odierni, mentre il Verona continua la striscia consecutiva di partite senza trovare la vittoria, quinta sconfitta del loro campionato e sedicesimo posto con 8 punti in 9 giornate.

Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti.

Verona-Napoli: lo schieramento tattico

Il Verona scende in campo con il 3421: in porta Montipò; Dawidowicz, Magnani e Amione il trio difensivo; a centrocampo Hongla e Serdar con Faraoni e Doig esterni a tutta fascia; in avanti Ngonge e Folorunsho alle spalle di Djuric unica punta. In fase difensiva la squadra di Baroni passa a 5 in difesa, con gli esterni che scalano, Folorunsho arretra per dare supporto ad un centrocampo altrimenti troppo leggero, in avanti Ngonge affianca Djuric e Serdar si va a posizionare sulla trequarti, squadra molto bassa con un baricentro di circa 42m. In fase di possesso 352, gli esterni giocano a tutta fascia e a centrocampo alla coppia Hongla-Serdar si aggiunge Folorunsho come mezz’ala a sinistra di spinta, in avanti coppia formata da Ngonge e Djuric, con il 26 seconda punta.

Garcia si affida alle certezze (assenze permettendo) e schiera un 433 con: Meret tra i pali; Natan e Rrahmani difensori centrali, con Di Lorenzo e Mario Rui sugli esterni; a centrocampo Zielinski e Lobotka affiancati da Cajuste; in attacco Politano, Raspadori e Kvaratskhelia. Il Napoli in fase difensiva mantiene il 433, con Politano a dare man forte sulla destra viste le progressioni e la fisicità del Verona da quel lato in particolare con il numero 90, in fase offensiva squadra altissima, 61m il baricentro con Natan e Rrahmani sulla linea di metà campo, Di Lorenzo molto interno e in attacco Kvaratskhelia molto stretto con Raspadori rispetto alla destra con Politano più largo.

Verona-Napoli: i numeri del match 

La partita vede sostanzialmente una squadra in campo, il Napoli dopo 5’ di confusione prende possesso del campo e del match, nella prima frazione non c’è storia, creando ma soprattutto non concedendo praticamente niente agli avversari, 0.30 xG per il Verona, con il 33% di possesso palla e nessuna occasione creata, ed una squadra completamente schiacciata (39m d’altezza del baricentro) contro un Napoli tutto rivolto nella metà campo avversaria (61m d’altezza), 67% di possesso palla, 0.94 xG11 conclusioni, 6 in porta e 2 grandi occasioni create, e realizzate con Politano prima, e Kvaratskhelia poi.

Nei secondi 45’ la partita è più equilibrata, il Napoli la chiude subito con il 77 che su un assist illuminante di Politano trova lo 0-3, ma un’ingenuità in area permette a Lazovic di riaprire il match, che da quel momento vede un equilibrio maggiore, con il Verona che crea di più (0.97 xG), 46% di possesso palla, 12 conclusioni, 7 in porta e 2 grandi occasioni create. La partita si apre e anche il Napoli sfrutta gli spazi e crea diverse occasioni, 1.40 xG54% di possesso palla, 11 conclusioni (4 in porta) e 3 grandi occasioni.

Tra le novità, o meglio, tra le vecchie abitudini riportate in campo, sicuramente c’è da sottolineare l’utilizzo di Di Lorenzo e della fascia destra, il capitano stava faticando nelle ultime giornate a livello offensivo, questo perché troppo isolato sulla destra, con l’unica soluzione della palla alle spalle della difesa, nella partita di ieri si è finalmente rivisto un Di Lorenzo da interno, in questo modo è molto più coinvolto in manovra ma soprattutto aiuta l’esterno destro (Politano) perché entrando dentro al campo da mezz’ala aggiunta crea un inevitabile superiorità numerica con Cajuste, e di conseguenza il terzino avversario è costretto a fare una scelta, o prendere l’interno o rimanere sull’esterno, e di conseguenza Politano ha sempre la sovrapposizione facile:

Di Lorenzo:

Per il capitano 85 i tocchi, 92% la precisione, 3 palle lunghe riuscite (su 4), 5 contrasti a terra vinti e 1salvataggio. Politano è stato invece l’uomo più pericoloso della squadra allenata da Garcia, 48 i tocchi, 94% di precisione, 4 passaggi chiave, 5 palle lunghe riuscite (su 5), 1 grande opportunità creata, 2contrasti vinti, 1 gol e 2 assist.

Altro aspetto che ha fatto la differenza è la posizione della coppia Raspadori-Kvaratskhelia, i due sono partiti nel tridente, ma mentre Politano si è allargato maggiormente, il numero 77 è stato utilizzato in posizione centrale, praticamente da prima punta, con Raspadori che invece ha fatto il movimento opposto, ovvero rimanere centrale, ma venire incontro anziché attaccare la profondità come fatto dal georgiano:

Kvaratskhelia:

Raspadori:

L’infortunio di Osimhen ha messo finalmente in luce le caratteristiche del numero 81, la gestione del pallone nello stretto (come sul primo gol), il gioco senza palla nello spazio, e soprattutto lo smistare i palloni sulla trequarti per le mezz’ali (come con Cajuste) o gli esterni che attaccano la linea difensiva avversaria. Questi i numeri dell’ex Sassuolo: 3 conclusioni, 32 tocchi, 67% di possesso palla, 2passaggi chiave, 2 palle lunghe riuscite e 2 occasioni create.

Per Kvaratskhelia 2 reti, 43 tocchi, 83% di precisione, 2 passaggi decisivi, 2 palle lunghe riuscite e 4contrasti vinti (su 7).

Se da una parte però ci sono stati cambiamenti tattici che hanno riportato fluidità in manovra e maggiore dinamismo a centrocampo, dall’altra parte bisogna sottolineare un aspetto che ancora inquieta, ovvero l’essere ancora troppo in balia degli eventi, il Napoli ha condotto un primo tempo senza alcun problema, e così nella ripresa, ma poi un episodio fortuito in area di rigore seguito dal gol di Lazovic ha mandato in confusione la squadra, ed infatti i numeri sottolineano il drastico cambiamento tra prima e seconda frazione, dove il Verona ha creato 3 occasioni da gol, e soprattutto si è spinta oltre i 50m, con un Napoli più basso (49m), e che ha concesso troppo ad una squadra che finora aveva collezionato 0.9 occasioni create di media. 

Due i lati della medaglia quindi, per una squadra che non può dopo quello che è successo, essere continua nei 90’, o quantomeno non ancora, le novità tattiche sono risultate riuscite e l’inserimento di Raspadori con un Kvaratskhelia più al centro del gioco si è rilevato estremamente efficace, la continuità però è lontana, all’interno del match tanti alti e bassi, per una squadra ancora troppo umorale e che ora deve avere come obiettivo quello di tornare ad avere fiducia, perché partite come quella di ieri non possono e non devono essere messe in discussione.