Conte ha sempre un trucco nuovo per i maghi vecchi
Una conferenza stampa che aveva il sapore - e il gusto - di chi ha scelto di essere più diretto ed esplicito possibile, senza lasciare spazio a fraintendimenti.

Quanta voglia di destabilizzare, di ostentare una conoscenza presunta e di diffondere certezze assolute su Antonio Conte, spesso senza aver mai davvero seguito il suo lavoro con attenzione. Quanta superficialità nel ridurre tutto a un cliché, al solito “Conte lo conosciamo”, come se l’etichetta affibbiatagli in passato fosse una sentenza definitiva, buona per ogni contesto e situazione.
Conte contro “il sale della terra”
Eppure, chi alimenta questo racconto - giornalisti, opinionisti e commentatori vari - spesso non si è preso il tempo di studiare veramente il percorso delle squadre che Conte ha allenato, le sue metodologie, il suo modo di vivere il calcio e gestire i gruppi. Meglio affidarsi a luoghi comuni, a idiosincrasie personali, a un linguaggio che non analizza, ma aizza, cercando di pilotare la percezione di chi legge e ascolta.

Antonio Conte, probabilmente, lo aveva già intuito a luglio, quando ha avuto modo di confrontarsi con questi stessi interpreti della narrazione pubblica. Oggi, però, durante una conferenza stampa che aveva il sapore - e il gusto - di chi ha scelto di essere più diretto ed esplicito possibile, senza lasciare spazio a fraintendimenti. Perché se certe cose non si possono leggere tra le righe, allora è necessario sbatterle in faccia a chi fa uso di questa professione per risultarne il “cazzaro” della situazione.