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Vele Scampia
Vele Scampia

“Siamo davanti a un'operazione storica: Scampia non è più il simbolo di Gomorra. E la cosa che mi dà maggiore soddisfazione è che siamo riusciti a sostituire al dominio della criminalità lo Stato”.

Il sindaco Gaetano Manfredi manifesta tutta la propria soddisfazione parlando in prefettura.

A Scampia alle 16:30 di ieri l'ultimo abitante lascia la Vela Rossa.

Dopo 45 anni, i mostri di cemento nati da un'utopia fallimentare sono vuoti.

Anche gli ultimi cedono e abbandonano un fabbricato ridotto a rudere.

Sette alloggi vengono subito murati per non essere rioccupati, in altri cinque ci sono ancora mobili che verranno traslocati in questi giorni.

Manfredi lancia un messaggio diretto alla criminalità e anche a chi nelle istituzioni in passato davanti a quello scempio non è intervenuto concretamente: “La sistemazione che avranno gli abitanti delle Vele sarà di gran lunga migliore di quella che avevano. Sicuramente non ci dimenticheremo di loro e quello che abbiamo cominciato porteremo a termine. Rappresentiamo lo Stato italiano. E' comodo tenere duemila persone sul filo del rasoio c'è anche chi specula sul disagio”.

E ricorda: “C'erano ormai condizioni igienico-sanitarie oltre il limite, non da Paese civile”.

Ora il progetto di abbattimento e ricostruzione di nuove case (fatta eccezione per la Vela Celeste che sarà riqualificata e riadattata ad altri progetti) potrà andare avanti.

Prima tappa la demolizione della “Gialla” entro gennaio.

Poi in due-tre mesi toccherà alla “Rossa”.

I primi 170 nuovi alloggi saranno completati nel 2026 nel sedime della Vela già “cancellata” (dall'ex giunta Luigi De Magistris) e si continuerà con gli altri per un totale di 433 case dove torneranno gli sgomberati.

“Ci avete tolto le nostre case, il Comune doveva prima costruire i nuovi alloggi”, affermano alcuni componenti delle ultime 11 famiglie costrette a lasciare la Vela Rossa.

Le Vele ormai sono il passato mentre il futuro si chiama “Restart Scampia”, il maxi-programma di riqualificazione urbana che dopo la tragedia di luglio, quando per il crollo di una passerella interna sono morte tre persone, ha avuto un'accelerazione.

Vela Rossa Scampia
Vela Rossa Scampia (Napoli Network)

“Oggi ci troviamo di fronte a un atto straordinario e al tempo stesso storico - dichiara il prefetto Michele Di Bari - perché, dopo tanti anni e la tragedia dell'estate scorsa c'è stata una svolta decisiva. Ora le Vele sono disabitate e l'amministrazione comunale può adottare tutti gli interventi successivi per realizzare gli alloggi alternativi e nel frattempo le circa 2.500 persone sono destinatarie di un contributo di autonoma sistemazione”.

Operazione enorme portata a termine in sei mesi grazie alla stretta collaborazione tra istituzioni e con il contributo decisivo del Comitato Vele.

“Il futuro è fatto di casa, ma anche di lavoro. Con l'univeristà e i tanti interventi di riqualificazione urbana è nata una nuova Scampia” ribadisce il primo cittadino.

Il Comune ha deciso di puntare su un progetto complessivo e non a step come era previsto dall'originale con gli abitanti che dovevano essere trasferiti temporaneamente da una Vela all'altra fino alla realizzazione degli alloggi.

Manfredi si è opposto all'idea delle casette temporanee per evitare il rischio che fossero occupate a tempo indeterminato come la storia dalle città racconta.

Si va avanti con un progetto che ridisegnerà la periferia nord ed è quasi del tutto già finanziato.

Il Comune ha ottenuto oltre 150 milioni da varie fonti.

Solo dal Pnrr arrivano quasi 85 milioni. 

Ma il sindaco avverte: “Per il verde pubblico serviranno risorse aggiuntive per 20-30 milioni. Ma non sarà un problema trovarle, avremo modo e tempo. I costi sono aumentati del 30 per cento. Abbiamo la copertura per la parte residenziale ma poi c'è lo spazio verde”.

E può festeggiare la vice-sindaca Laura Lieto che su Scampia e Taverna del Ferro ha speso tante energie: “E' un momento storico per questa città. Con una fortissima accelerazione rispetto al cronoprogrogramma. Abbiamo messo ogni mezzo possibile per assistere le famiglie, tutte censite da noi. Per quanto riguarda la Vela Celeste i lavori non si sono mai fermati, c'è una sezione sequestrata sulla quale attendiamo l'autorità giudiziaria. Sarà l'unica che conserveremo”.

La scadenza fissata dal progetto Restart per “battezzare” la nuova Scampia è fine 2027, ma già a metà dell'anno prossimo dovrebbero essere pronte le nuove case, tutte classificate come Nzeb (Nearly zero-emission building), alloggi moderni di nuova generazione e destinate a consegnare le Vele alla storia urbanistica e sociale della città.

“Chiudere lo sgombero sei mesi fa era insperato - sottolinea il sindaco - eravamo partiti due anni fa con Restart Scampia promuovendo un censimento. Abbiamo svolto un lavoro per reperire risorse pari a 150 milioni. Un evento fondamentale per questo processo è stata la tragedia di luglio, il sacrificio delle vittime ha rafforzato l'azione amministrativa e governativa e ci ha consentito di sgomberare tutte le Vele in linea con i piani integrati”.

Dal Viminale arrivano i ringraziamenti del ministro Matteo Piantedosi per lo sgombero.

Mentre le relazioni teniche calcolano due-tre anni guadagnati con le nuove procedure.


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