Caro Aurelio ti scrivo...
Che errore, Aurelio. L'hai rifatto ancora, dopo Koulibaly, Mertens, Allan, Insigne che ti portarono in casa l'ammutinamento e a perdere centinaia di milioni di euro. Ancora una volta, perché pensi di avere una squadra forte, fortissima, e che avrebbe potuto fare uno storico bis. Ma soprattutto, avrebbe potuto scrivere la pagina più importante del calcio moderno: quel maledetto mondiale per club. Dove ci saranno i soldi, quelli veri. Quelli che ti farebbero mettere la freccia per sorpassare gli altri club italiani. L'hai rifatto perché ami questa squadra, vuoi vincere, a dimostrazione che quel nomignolo fastidioso che ti ha affibiato questa piazza è totalmente fuori luogo.
Caro Aurelio, che errore. Lo dovevi cedere il 5 giugno. Ti ricordi Victor cosa fece quando lo stavi comprando dal Lille? Aveva pure accettato i 2.5 milioni l'anno. Ci fu anche una forte stretta di mano su quel panfilo. Come si fa tra Uomini. Poi andò in vacanza in Africa, cambiò tutti i suoi procuratori e cominciarono ad uscire voci di Liverpool, Chelsea, City, United. Così hai dovuto giocare al rialzo.
È successo di nuovo, Aurelio. Con quella stretta di mano a inizio agosto e l'appuntamento per la firma a fine mercato. Ma nulla. È scappato di nuovo. Del resto la storiella di Uomini, Ominicchi e Quaqquaraqquà esiste. Esisterà sempre.
Caro Aurelio torna ad essere impopolare. È sempre stata la tua forza. Hai sempre fatto saltare il banco quando hai detto e fatto cose diametralmente opposte a quelle che tutti ci aspettavamo. Quella tua idea di vendere quando un calciatore ha raggiunto l'apice dove è finita? Eppure dopo hai sempre migliorato il Napoli. Sempre. Finanche quando Higuain scappò di notte. Ma ti ricordi solo un anno fa, quando finalmente i pseudo senatori vecchi eroi andarono via cosa poi è successo? Te lo ricordo, abbiamo vinto lo scudetto dominando il campionato.
Quella paura enorme che avevi in estate, il sacro fuoco che piano piano poteva spegnersi nel cuore e nella mente di questi ragazzi non l'avevi per nulla sottovalutato. E allora come hai fatto a non pensare di venderlo, pure a 100 milioni? Ma hai capito cosa potevi fare con quei 100 milioni?
Caro Aurelio, questa è l'ultima volta? Non so se sara così. Ma lo spero. Perché poi al di la di tutto ciò che viene detto ogni estate, fino a quando il Napoli sarà nelle tue mani, abbiamo nulla da temere. Saremo competitivi, sempre. Perché l'hai sempre dimostrato.
Ma a tutto questo devi solo aggiungere una cosa. Anzi, aggiungere di nuovo: l'impopolarità. Quella peculiarità che divide questa piazza in due tronchi grossi quanto città intere: quella che ti ama e quella che ti odia o contesta. Quella che servirebbe in politica, nella cultura, nella sanità, in tutti i campi di questa metropoli. Caro Aurelio, torna ad essere impopolare e il Napoli brillerà di luce propria.