Gaetano e il Napoli: ora o mai più
Il sesto centrocampista. Questa è l'etichetta che Gianluca Gaetano ormai porta con sé. Col rischio iniziale, e concreto, di essere addirittura il settimo.
Eppure il 70 azzurro è sempre sorridente, attende il suo turno, e poco importa se arriva per pochi minuti all'anno. Anche se questi pochi minuti si trasformano in due gol, assist e rigori procurati, oltre a occasioni create con tiri da fuori area di pregevole fattura.
Gaetano un talento troppo sottovalutato
Gaetano è troppo sottovalutato. È un giocatore giovane, forte fisicamente, dotato di gran tiro, ed intelligenza che gli permette di fare più ruoli. Anche se il preferito resta la mezz'ala, di inserimento, come il calciatore a cui dice di ispirarsi: Marek Hamsik. Gianluca da Cimitile si è fatto le ossa, in quella serie B così tanto lunga e complicata. Con la Cremonese, unico club in cui ha giocato in carriera oltre al Napoli, è riuscito a ottenere la promozione nella massima serie risultando decisivo per l'esito finale. Furono 7 i gol, oltre ad una media voto altissima e giocate da categoria superiore.
In A il Napoli l'ha richiamato dandogli un ruolo marginale. Per ora, facendogli solo annusare l'odore dell'erba. Ed in una di quelle poche volte il 23enne ha segnato un gran bel gol per il definitivo 3 a 1 contro l'inter, in una delle ultime gare dell'anno scorso. Anche a Roma, chiamato in causa sullo 0 a 0, ebbe un impatto importante con giocate di buona classe, una delle quali diede il via all'azione che portò al gol da tre punti di Osimhen. Avrebbe meritato di più, soprattutto nelle gare di fine anno.
Il futuro di Gaetano nelle mani di Rudi Garcia
Garcìa invece gli ha dato fiducia molto prima, vista pure la piccola esperienza fatta lo scorso anno. Esordio a Lecce, al primo pallone toccato tira e segna, da fuori area, sempre una rarità da queste parti. Sullo 0 a 3, non contento, va a procurarsi il rigore andando a sradicare la palla da un difensore salentino, al minuto 94. Possono sembrare dettagli non valutabili, invece è esattamente il contrario. Dimostrano una voglia matta di mettersi in mostra, di voler essere parte integrante di questo gruppo, di sposare una causa comune, di sentirsi campione d'Italia a tutti gli effetti. È tanta roba.
Può un ragazzo così giovane, che potrebbe essere in rampa di lancio, trovare così poco spazio?
Prima di bocciarlo, o di valutarlo semplicemente come un profilo non da Napoli, dovrebbe avere più spazio. Perché il calcio regala delle bellissime storie. E una di queste potrebbe essere che un ragazzo del nolano è a tutti gli effetti, e con tanti minuti nelle gambe, un calciatore del Napoli. Anche perché ha caratteristiche che potrebbero aiutare in momenti complicati, proprio grazie a quell'istinto giovanile e selvaggio di tirare appena intravedi la porta a 20 metri, caratteristica rara nel Napoli di oggi. Il futuro ci dirà. Gaetano può scriverlo. Dipende certo da lui, da quanto riuscirà a convincere il tecnico di non essere semplicemente il sesto centrocampista. Deve crederci il ragazzo, lavorare tanto. Perché il lavoro duro, alla fine, paga sempre. E forse il Napoli, vedendo questa applicazione al sacrifico, ha deciso di non lasciarlo partire in prestito. È un messaggio, nemmeno troppo velato. E da come Gaetano è entrato a Lecce, sembra averlo chiaramente capito.