Il Napoli è ostaggio di Osimhen
Ostaggi di un contratto scellerato. Questa è la situazione. Assurda, paradossale. Il Napoli è ostaggio di Victor Osimhen, del suo procuratore Roberto Calenda e delle loro qualità. Molto criticabili, ca va sans dire.
Inutile discutere di altri tesserati che attualmente, o in futuro, compongono e comporranno la rosa azzurra. Il Napoli è partito con determinati obiettivi e si ritrova oggi con un pugno di mosche, costretto a naufragare altrove. I soli Rafa Marin e Alessandro Buongiorno sono stati obiettivi precisi e chiusi ad inizio mercato. Ed infatti sono perfettamente in linea con la poltica che Napoli che tanto ha fatto bene.
Per il resto, si aspettava la cessione di Osimhen. Ma soprattutto, si aspettava il pagamento della clausola rescissoria di 130 milioni di euro, che avrebbero dato linfa al Napoli e quindi la possibilità di perseguire tutti, o la maggior parte, degli gli obiettivi prefissati. Ma il nigeriano è ancora qui e non solo.
Castel Volturno è ancora popolata da atleti che con Napoli non hanno più nulla da spartire. Calciatori che avrebbero non solo non dovuto rinnovare il loro contratto, ma che sarebbero dovuti essere accompagnati alla porta il 05 05 2023.
Potremmo dire che il Napoli nella figura di Aurelio De Laurentiis ha imparato la lezione. No, non lo diciamo. Il suo atavico problema di "affezionarsi" troppo, l'idea di credere che Napoli sia meta di arrivo e non di passaggio forse dalla testa non gliela toglie nessuno. Forse è giusto così, perché alla fine i soldi li mette lui. E pure tanti. Ma non è una questione di soldi, ma di idee. Di rapacità. Di essere spietato sapendo che se in questo mondo provi ad essere una sorta di "padre di famiglia", ti sbranano.
Dopo la presentazione del nuovo tecnico Antonio Conte si è creduto davvero alla storiella di Napoli meta di arrivo. Napoli prende coscienza che quelle sono parole di circostanza. Belle, da sognatore. Anche utopistiche. Ma di circostanza. Oggi al Napoli non resta che fare presto. Non dia nessun alibi ai suoi dipendenti.
I trappoloni sono dietro l'angolo. Nonostante sia stata scelta la linea della conservazione in determinati elementi che avrebbero meritato tutt'altro trattamento. Ma questa è un'altra storia, "molto più semplice della sua" (cit).
Ci ripetiamo, il Napoli non dia nessun alibi. Ha sbagliato, ora deve pagare sul mercato, perché nelle aziende quando si sbaglia ci si assume la responsabilità e si va avanti. Perché post Napoli - Modena si è capito dove non bisogna andare.