"In pratica funziona così: se non riesci ad individuare il pollo nella prima mezz'ora di gioco, allora il pollo sei tu".

La frase più importante del film del 1998 'Rounders - Il Giocatore' si potrebbe tranquillamente adattare al calciomercato del Napoli. Con una sola differenza: che non si tratta di mezz'ora, ma di una estate intera. Tre mesi, 90 giorni, in cui sono stati accostati agli azzurri più di 100 calciatori. Da padrona assoluta l'ha fatta la difesa, solo per il difensore centrale che avrebbe dovuto sostituire il partente Kim sono stati citati più di 45 calciatori.
Per il centrocampo si è corretto il tiro: intorno ai 20. Per l'ala destra siamo nella decina.

I tre acquisti (4 se consideriamo anche l'allenatore) sono arrivati come un fulmine a ciel sereno. Natàn è stato dato vicino al Napoli quando il brasiliano già era sull'oceano atlantico con direzione Villa Stuart. Per Cajuste più o meno è stata la stessa cosa. Lindstrom è stato accostato l'altro ieri mattina, il pomeriggio era cosa fatta e alle 8,30 di ieri le visite mediche. Nemmeno l'allenatore è stato esente dal toto nome: ben 9/10 profili prima di chiudere, all'improvviso, per Rudy Garcia. Ci sarebbe anche Meluso, il ds che ha sostituito Giuntoli. Nessuno aveva minimamente idea del suo nome.
Anche per i rinnovi la società si è resa impenetrabile, soprattutto per quanto riguarda quello di Jack Raspadori. Inatteso, improvviso, potente.
A Dimaro, durante la presentazione solita della squadra, Aurelio De Laurentiis attaccò i giornalisti, colpevoli, a detta sua, di dare informazioni inventate ed errate. Saremmo curiosi di sapere oggi, dopo tutti i nomi accostati (tranne gli acquisti fatti) cosa ne pensa.
Ed è proprio questa la politica del Napoli in sede di calciomercato. Non lascia trapelare nulla onde evitare aumento del costo dei cartellini, per evitare concorrenza, per far capire che in società si naviga tutti dalla stessa parte, per l'effetto sorpresa. Politica giusta, perché sul mercato può succedere di tutto, come capitato quest'anno sull'asse Milano - Torino, quando Lukaku era ormai diventata una trattativa alla luce del sole, naufragata nel giro di pochi giorni per azione di disturbo da parte della Juventus con l'Inter - che alla fine - ha dovuto virare su Arnautovic.
Il Napoli evita queste lotte di mercato, non vuole parteciparvi. Sceglie i calciatori, ai prezzi che vuole. Non va oltre la valutazione che dà. Non cambia la sua politica dell'"uno esce ed uno entra", confermata ancora una volta con le operazioni Lindstrom - Lozano. Anche in questo caso c'era chi ha parlato di trattative slegate tra loro. Ovviamente sono legatissime.
Questo è il Napoli. Zittisce tutti all'improvviso, come un temporale d'estate. Proprio nel momento in cui le solite nenie iniziano a farsi strada la società piazza il colpo. Come un pugile che incassa e poi sferra il colpo del ko. È l'unica società in Italia ad agire così. Azioni che hanno portato alla scudetto e nel poter restare tra i papabili candidati per conquistarlo anche quest'anno.
L'unica società in Italia a resistere alle cariche degli arabi per Osimhen. L'unica ad aver rinunciato, per esplicita volontà del suo calciatore veterano - Zielinski - che ha rifiutato ad una vita da nababbo al fine di consegnare i principi di libertà e democrazia alla sua famiglia, ad un calciatore come Gabri Veiga che aveva chiuso da giorni. Se lo può permettere? Sì, perché alla fin fine nessuno prende per la bavero il Napoli e riesce a strattonarlo per quanto si voglia.
Il Napoli non è mai quel pollo della prima mezz'ora. Rende tutti gli altri tali.
Tutte le chiacchiere, i nomi, i post offensivi (al punto tale da far chiudere l'account X alla responsabile marketing, Valentina De Laurentiis), gli insulti non sono altro che mangime.
Per polli, appunto.


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