Chi non è pronto alla guerra di fianco al Napoli, si faccia da parte
Il Napoli ha bisogno dei suoi amici, non di piagnucoloni lamentosi il cui unico scopo è racimolare consensi. C'è da mettersi l'elmo per andare in guerra.

"L'ambiente non è compatto, la città sia con noi", è stato l'appello di Antonio Conte alla vigilia della partita con la Lazio. Un invito a compattarsi per cementare ancora di più quello che di straordinario il gruppo sta facendo. Se avessero detto a chiunque che, alla venticinquesima di campionato, il Napoli si sarebbe ritrovato primo a due punti di vantaggio sull'Inter e ben dieci sul quinto posto, probabilmente sarebbe partita una grossa e fragorosa risata.
E invece, il Napoli è esattamente lì. Ma non tutta Napoli percepisce il valore di quanto si sta costruendo mattone dopo mattone, punto dopo punto.
Napoli è marcia: l'ambiente non sarà mai compatto
L'appello di Conte rischia di perdersi come lacrime nella pioggia. È bastato il terzo pareggio di fila per scatenare le polemiche dei soliti noti. Se c'è qualcosa da invidiare all'ambiente antagonista per questa lotta Scudetto, questa è certamente la compattezza.

Sarebbe ora di mettere da parte i dissapori, le aspre critiche alla società rea di non aver rinforzato la squadra a gennaio e, anzi, di averla oggettivamente indebolita. C'è stato un tempo in cui è stato possibile muovere questo tipo di critica, ma adesso basta. Siete fuori tempo. Il calciomercato si è chiuso da due settimane e nel frattempo si gioca, ci sono in palio punti pesanti.
Siate fuoco amico, non nemico
Sotterrate l'ascia di guerra e indossate l'elmetto perché c'è da scendere in guerra insieme ai soldati azzurri. Uniti e compatti, così come chiesto dal Sergente Conte, alla conquista di questi 13 finali da giocare per arrivare a mettere nuovamente le mani sulla vittoria.
Il Napoli, adesso, ha bisogno di amici: chi non è in grado di dare una mano, si faccia da parte. Se ne vada a Roccaraso insieme alle inutili polemiche, ci liberi dell'onta di dover sopportare i loro piagnistei. C'è da andare in guerra e la guerra non è per chi piange.