Dune è il nuovo Il Signore degli Anelli?
Il 28 febbraio 2024, in anticipo di due giorni rispetto alla release mondiale, arriva al cinema Dune Part 2, il sequel dell'acclamato film di Denis Villeneuve basato sui romanzi di uno dei più grandi autori della fantascienza letteraria: Frank Herbert.
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Dune: un'opera complessa da trasporre al Cinema
Di base, Dune e Il Signore degli Anelli condividono poco, sulla carta. A parte la connotazione sci-fi di chiara matrice fantasy dell'opera di Herbert, avvicinabile più a Star Wars che agli scritti di Tolkien, dal punto di vista cinematografico è importante sottolineare l'importanza di un'uscita del genere.
Se nel 2001 Peter Jackson sconquassò il mondo con la meravigliosa trasposizione cinematografica de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell'Anello, il rischio che si è preso Denis Villeneuve (che con l'ottimo sequel Blade Runner 2049 aveva comune fatto registrare un grosso flop al botteghino per la Warner Bros) è stato enorme. Tentare di portare sul grande schermo una serie di libri complessi di intricati come Dune è stata un'impresa già tentata in passato. Si annovera, infatti, il tentativo riuscito poco bene a David Lynch, autore del primo lungometraggio basato sui romanzi di Herbert.
La complessità di trasporre un'opera come Dune per il grande schermo risiede principalmente nell'intricatissima trama politica alle spalle e un world building spiegato nei minimi dettagli. In Dune, tutto il sottotesto politico, le alleanze, gli scontri, finanche le parole hanno un'importanza tale da non poter subire troppi tagli per asciugare la trama. Trama che, ovviamente, senza tutto il contesto politico all'interno della quale è calata, perderebbe ogni significato. Per dare un paragone: Game of Thrones di George Martin non potrebbe esistere senza Dune.
Il rischio di floppare (di nuovo) era altissimo e di questo Villeneuve ne era consapevole. Un ulteriore fallimento avrebbe probabilmente stroncato il futuro del regista canadese, reo di aver diretto due flop di fila. E invece, Dune è stato un successo anche al box office incassando in tutto il mondo più di 400 milioni di dollari - il doppio rispetto alle cifre stimate alla Warner. Inoltre, Dune è stato premiato con 6 Oscar nel 2022 (risultando il film più premiato della rassegna) a fronte di 10 nomination, tra cui Miglior Film e Sceneggiatura non originale.
Dune e i punti di contatto con Il Signore degli Anelli
Per poter spiegare i motivi per i quali l'importanza della trasposizione di Dune sia avvicendabile con quella che fu allora per Il Signore degli Anelli, il miglior modo è fare un elenco puntato in modo da riassumere tutto senza perdersi dei pezzi e, contestualmente, cercare di essere quanto più sintetici possibile.
Da libro a trilogia
Il primo punto di contatto è senza dubbio quello più semplice: entrambe le opere sono state adattate in una trilogia. Entrambi i libri sono divisi in tre parti, dalle quali sono state (saranno, nel caso di Dune) trasposte altrettante versioni cinematografiche.
Per entrambi i romanzi, la difficoltà di basera era proprio quella dell'adattare l'opera senza snaturare la trama, i personaggi e gli intrighi (così come invece è successo con quella sciagura di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, vero Amazon?, ndr). L'approccio, in entrambi i casi, è stato quello giusto. Opere di questo tipo non possono essere soggette a compromessi: devono essere adattate in maniera quanto più fedele è possibile, altrimenti non le si traspone affatto.
La rinascita del Fantasy
Nonostante cambi l'ambientazione (in LotR di stampo medievale, mentre in Dune sci-fi) le due opere condividono lo stesso genere, cioè quello fantasy. Prima de Il Signore degli Anelli, non c'era mai stato un successo commerciale dello stesso genere così grande da diventare un cult, prima ancora che uno dei capisaldi del Cinema moderno, che abbia ricevuto consenso di critica, pubblico e addirittura riconoscimenti in premi.
L'ultimo fantasy riconosciuto positivamente dalla critica e dalle rassegne a premi cinematografici è stato La Forma dell'Acqua di Guillermo Del Toro che, a fronte di ben 4 Oscar vinti (tra cui Miglior Film e Regia) ha incassato meno della metà della prima parte di Dune.
La rappresentazione dei mondi
Rappresentare la Terra di Mezzo, Mordor, la Contea, Lòrien, Imladris, Khazad-dûm e tutte le altre splendide location immaginate da Tolkien è stata un'impresa titanica e assolutamente riuscita per la trilogia di Jackson.
Così come la rappresentazione di Elfi, Orchi, Nazgull e tutte le altre creature fantastiche. Stessa difficoltà avuta da Villeneuve e il suo team per ricreare le dune di Arrakis, i Vermi delle Sabbie e tutte le differenze tra le popolazioni Atreides, Harkonnen e Fremen, per non parlare delle Bene Gesserit e il concetto di voce.
Un mix di intrattenimento e autorialità
Se si pensa ai blockbuster moderni, i rimandi a saghe come quelle della Marvel sono inevitabili. Si tratta, spesso e volentieri, di film fatti "con lo stampino", privi di ogni impronta da parte dei registi e, spesso e volentieri, con delle sceneggiature molto discutibili.
Nel caso de Il Signore degli Anelli e Dune, invece, l'approccio è stato diverso. Si tratta comunque di blockbuster ad alto budget, ma si sente forte l'impronta dei registi che li hanno diretti. Scene ricche di dialoghi dove di azione c'è pochissimo, intervallate da momenti epici e battaglie corali che ancora oggi fanno scuola (come l'assalto al Fosso di Helm o la più imponente carica dei Rohirrim a Minas Tirith).
Registi che non sacrificano i dialoghi o i "bui" per riempire la scena di effetti speciali o battaglie. Si prendono il loro tempo per raccontare una storia, nel miglior modo possibile.
A quando Dune Parte 3?
Inevitabile e scontato dire che l'uscita della terza parte dipenderà parecchio dall'andamento della seconda. Tuttavia, viste le prime impressioni della critica (Dune Parte 2 ha una media di 97% sull'aggregatore Rotten Tomatoes), e le previsioni di incasso dalla Warner che parlano di quasi 100 milioni di incassi nel solo weekend di apertura, è facile aspettarsi un terzo capitolo che Villeneuve ha già annunciato essere eventualmente l'ultimo.