Il paradossale matrimonio Napoli-Garcìa
Alla luce di questo primo quarto di stagione andato, la convivenza tra il Napoli e Rudi Garcìa sembrerebbe essere un ossimoro, più che un matrimonio. Con 18 punti in 10 giornate, questo è stato il peggior avvio degli azzurri dal secondo anno di Ancelotti, in cui il tecnico di Reggio Emilia, esonerato poi a dicembre, cominciò l'anno esattamente sulla scia del francese.
Da una parte c'è una squadra che in rosa può vantare di avere due calciatori nella top 20 del Pallone D'Oro, di cui uno in top 10; dall'altra, invece, chi con 1,84 punti di media tra tutte e due le competizioni in cui ha giocato finora, ha la terza media punti più alta della propria carriera (la seconda, escludendo il periodo di pensione in Arabia all'Al-Nassr). Ciò vuol dire che, nel corso della sua carriera, Garcìa è riuscito a fare meglio di questo in sole due occasioni. Giusto per essere precisi: con questa media, la proiezione sarebbe di appena 70 punti in campionato. Settanta.
Il Napoli non chiude un campionato a quella cifra proprio dal 2019-2020, quando Gattuso subentrò in corsa ad Ancelotti. Persino il tecnico calabrese, l'anno successivo, chiuse il campionato a 77 punti. Una proiezione di 70 punti per una squadra che può vantare - tra gli altri - Victor Osimhen e Kvicha Kvaratskhelia è un risultato deludente e non in linea col recente passato del Napoli. Numeri che confermano, ancora una volta, la scelta discutibile fatta la scorsa estate dal presidente Aurelio De Laurentiis.