Aurelio De Laurentiis festeggia i primi 20 anni di presidenza del Napoli
Aurelio De Laurentiis festeggia i primi 20 anni di presidenza del Napoli

"È con orgoglio che festeggio questi primi 20 anni di straordinario cammino, come Presidente e proprietario del Napoli, che abbiamo tutti insieme portato a primeggiare in Italia e in Europa con un percorso vincente. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo traguardo"

Volessimo dare un voto ai 20 anni di presidenza di Aurelio De Laurentiis, sarebbe sicuramente alto. Inutile girarci intorno, o cercare di sottolineare i momenti negativi che ha vissuto il Napoli sotto la sua gestione. Del tutto fisiologici, come avviene in tutti i club del mondo. Una presidenza segnata sicuramente, agli occhi della gente, dallo scudetto del 4 maggio 2023.

Anche se non serviva lo scudetto per dare un giudizio molto positivo a questi due decenni. Il titolo di campione d'Italia però ha fatto, con ogni probabilità, cambiare idea anche ai suoi più feroci detrattori. Perché questa gestione ha avuto gran parte di tifoseria contro. E non ci riferiamo solo alla parte più popolare del tifo, ma anche a una certa intellighenzia della città.

De Laurentiis ha agito in un regime di concorrenza sleale, con il quinto fatturato strutturale italiano e spesso è arrivato sopra tanti altri club. Rispettando le regole, i bilanci. In maniera talmente rigorosa che questo principio è stato raccontato come un limite piuttosto che una virtù.

Questi 20 anni sono stati l'epoca più felicemente continuativa di tutta la storia del Napoli. Un'isola felice, spesso in controtendenza rispetto alla città. La forza, enorme, di errare completamente un anno e rilanciare con un mercato faraonico con l'allenatore migliore che si potesse trovare.

In linea di massima, De Laurentiis è sempre stato un presidente divisivo. Lo è tutt'ora. Probabilmente lo sarà sempre. È questa la più grande peculiarità che si possa ricercare. Che alimenta questa squadra e questa piazza. Quando ha vissuto di "amore" comune, il Napoli non ne ha mai beneficiato. Nel momento in cui si è trovato al centro del dibattito, con le fazioni a farsi la "guerra", il Napoli ha vissuto di luce propria. È un paradosso incredibile, ma la storia insegna questo, nella città in cui, appunto, tutto è possibile e che eccede in ogni cosa. 

Abile a centellinare tutti i passi, al momento giusto, al posto giusto. Sbagliando poco e assumendosi comunque tutti i rischi del caso, come l'ultima vicenda Victor Osimhen. 
Oggi, dopo 20 lunghi anni, inizia una nuova era. Sperando possa essere luminosa come questa passata.

Il voto quindi è alto, senza bisogno di dare numeri e senza ribadire tutti i calciatori e allenatori che sono passati da queste parti. Non per ultimo, da sottolineare anche l'enorme beneficio che ha avuto la città tutta in termini di turismo dopo lo scudetto, rendendo il murales di Diego Armando Maradona il secondo sito più visitato nel 2023 dopo il Colosseo di Roma.

Questa condizione di forza serve alla città. Sarebbe ora che anche la città, nelle istituzioni, facciano passi importanti verso il club per renderlo una chicca all'interno del panorama sportivo italiano, ancora più in alto di quanto già è. 

Inizia una nuova era, dicevamo. Con un sapore notevolmente diverso rispetto al 2004, dove si vivevano sogni e speranze che si sono poi materializzate e vissute.