Il talento spagnolo, alla fine, va in Arabia. Nonostante la tenera età, il ragazzo sceglie il presente per la sua carriera. Una ricca offerta, ricchissima, oltre misura, con sguardo al futuro e nulla gli preclude di poter ritornare nel calcio europeo ancora giovane. Resterà fuori dal grande calcio? Vedremo, oggi questo dettaglio non possiamo saperlo.

Ma in Europa, precisamente in Italia, a Napoli, il galiziano è diventato il pomo della discordia. È stato, suo malgrado, il protagonista dell'estate partenopea. Dove oggi è visto come un mix tra Garrincha, Mattheus, De Bruyne. Un calciatore capace di fare la mezzala, il regista, l'incontrista, il trequartista, l'esterno. Tutto. Abbiamo delle remore su questo, senza ovviamente svilire il valore dello spagnolo, che è - e resta - un bel giocatore. Ma che comunque, al netto di tutto, ci si pone il quesito: a Napoli sarebbe stato inserito in un 11 ideale? Ma soprattutto: nell’undici titolare? Detto ciò, le remore che abbiamo (che ho personalmente) sul ragazzo ci risulta che le abbia avute anche il Napoli. Perché il club di Aurelio De Laurentiis aveva in pugno Veiga, e avrebbe potuto annunciarlo se avesse voluto. Ma non l’ha fatto non perché non abbia potuto.
Si è parlato tanto in questi tre giorni, tra i soliti patemi e la classica rivisitazione della contestazione in salsa napoletana: scongelata appena in tempo, vista, rivista, trita e ritrita. Prima sembravano ballare solo 500 mila euro, poi la percentuale sulla futura rivendita del ragazzo, successivamente la clausola rescissoria che il Napoli non voleva versare del tutto, infine le commissioni al potente agente Zahavi.

Nulla di tutto ciò. Le informazioni in nostro possesso sono chiare ed evidenti. Veiga non ha vestito la maglia azzurra con lo scudetto cucito sul petto perché il Napoli non ha venduto Zielinski. E nel gioco delle coppie, il vice polacco già esiste, ed è un signor giocatore. Si chiama Elmas e lui si che sa fare più ruoli. Lo abbiamo appurato, perché l'abbiamo visto. Perché l'anno scorso il nord macedone ha sostituito benissimo sia Kvara, sia Zielinski (meno rispetto al georgiano, per una semplice questione di infortuni) sia Lozano/Politano. È tutto qui. Nulla di trascendentale.

E non è importante spiegare se la scelta di Aurelio De Laurentiis sia giusta o sbagliata. È una scelta. E come tale va rispettata, visto che le scelte trascorse, per la maggior parte, sono state ottime. In alcuni casi capolavori assoluti. Inutile fare la lista, la conosciamo per filo e per segno.
Ma oggi, per Napoli (per la maggior parte) Gabri ha cambiato nome in Diego Armando. Colui che ci avrebbe fatto vincere lo scudetto bissando l'anno scorso (nemmeno il Mito ci riuscì, ma questa è un'altra storia). Senza il quale, Diego Armando Veiga, sarà impossibile salire ai vertici di questo campionato appena iniziato.

Il Napoli continua la politica dell' "esce uno, entra uno". Condivisibile o meno, non è importante. Se ne può discutere, certo. Si può criticare, naturalmente. Il fatto certo è che questa politica sta facendo vincere il club da anni. Con la ciliegina dello scudetto dopo 33 anni e senza Diego Armando (quello vero). Perche questa politica ha portato il Napoli a fare più punti di tutte in serie A dietro solo la Juventus. Solo che i bianconeri, i punti, li han fatti con continue ricapitalizzazioni, mentre il Napoli con competenza e progettualità. Nel calcio moderno per le società è vitale entrare nelle prime 4 (vale per tutti, non solo per De Laurentiis). Se poi vinci anche, ben venga. Aspetto che ovviamente non piace ai tifosi, ma è un mondo in cui ci si deve abituare. Sono state pochissime le eccezioni a questa politica. Su tutte Osimhen, con Milik relegato in tribuna poi ceduto a gennaio, e Raspadori, che oggi vive, a detta di tanti, un equivoco tattico. Ne stanno provando di ogni con l'ex Sassuolo. Basterebbe ascoltare le parole di De Zerbi, che lo ha allenato, per fugare ogni dubbio sul suo ruolo naturale.

Manca poco più di una settimana alla fine del mercato. Vediamo se il Napoli continua sulla falsariga disegnata più di 10 anni fa oppure farà degli strappi alla regola. Dovesse farli, l'importante è che siano fatti con coscienza ed intelligenza perché il Napoli ha dei giocatori importanti già in rosa. Riconosciuti, da tutti. Anche da chi acquista Diego Armando Veiga come ripiego ad un nostro giocatore che li ha rifiutati.