Eppure si è vinto lo scudetto. Con dominio assoluto, a gennaio. Solo la matematica ha fatto in modo di festeggiare a maggio. Ha eliminato la scaramanzia della città, visto che già a fine febbraio Napoli era piena di bandiere e striscioni. Eppure è una grande squadra, migliorata in tutto e per tutto rispetto all'anno scorso. Nonostante una estate terribile e abbonamenti al minimo storico. Eppure il gioco è il più bello, lo è da anni. Ne parlano ovunque, all'estero, dall'altra parte del mondo. Eppure la società è sana, forte, competente, tra le migliori in Europa. Eppure si son giocati i quarti di finale di Champions League. Roba che manco con Maradona. Usciti per sviste arbitrali e mancanza di attaccanti. Eppure si potrebbe stare a scrivere tutti gli "eppure" di questo mondo. Le nubi si intravedono. "Il giocattolo si sta rompendo". Dichiarazione ormai di moda. La trovi ovunque. In TV, sui social, al bar sotto casa, nelle chat whatsapp, al catechismo.

Lo stesso giocattolo rotto a luglio 2022. Senza pensare, neppure per un istante, che ogni volta che Aurelio De Laurentiis non ha mischiato le carte sul tavolo, son venuti fuori tanti problemi. Quando non ha ceduto, ha perso. L'esempio lampante è l'estate 2018. Il Napoli dei 91 punti di Sarri, ormai spompato per la sua corsa finita contro un muro, passa ad un allenatore di profilo inarrivabile: Carlo Ancelotti.

Occasione più unica che rara per cedere, a suon di milioni di euro, i pezzi da novanta di quel meraviglioso Napoli. Ma nulla. Il Napoli cede il solo Jorginho al Chelsea, in accordo con l'allenatore. Vengono rifiutati 100 milioni (o giù di lì) per Koulibaly, 40 (quaranta!) per Hisaj, 75 a gennaio per Allan. Quella squadra farà seconda a distanza siderale dalla Juventus e dopo pochi mesi implode. Ammutinamento. Danno economico incalcolabile, così come quello di immagine.

Il Napoli passa a Gattuso che vince la coppa Italia ma per ben due anni di fila manca il pass per la Champions. Altro danno economico incalcolabile. Poi Spalletti che arriva terzo (con la stessa squadra di Gattuso che fece sesto) ma che la piazza contesta. Il resto è storia recente. Tutti a casa e Napoli campione d'Italia.

Chiaro ed evidente che le situazioni sono diverse. Questo è un Napoli giovane, vincente. Perché cambiarlo? Perché cedere qualche pezzo da novanta? Semplice, perché è naturale. Perché un atleta che viene "chiamato" da un top team europeo, che gli mette in banca il triplo di quanto gliene mette il Napoli, accetta l'offerta. Ma accade in tutti i settori. Chiunque accetterebbe lo stesso lavoro in una azienda concorrente col doppio dello stipendio. Soprattutto se hai vinto. Se hai vinto, vuoi nuove sfide. È la natura dell'essere umano, nulla di strano. Invece solo da queste parti partono tragedie e sit com che durano mesi.

Napoli, il giocattolo si è rotto

Il giocattolo si è rotto. Si ripete come un mantra. Fino a quando parte il campionato e noti subito che il Napoli inanella 44 passaggi di fila fino ad entrare in porta col pallone. E allora meraviglia. Siamo forti. Ma soprattutto competenti. Ed è proprio la parola competenza, che si sente pochissimo in città. Come se ammettere questa peculiarità palese della proprietà sia una bestemmia. Il Napoli è forte. Ha conti in ordine. Ha indovinato il mercato. Ha fortuna. Mette le mani nel water e pesca aragoste. Gli è venuta bene. E altre 1000 affermazioni. Ma competenza no, quella non viene menzionata.

La competenza. Quella che dovrebbe far vivere il calcio mercato che sta arrivando in maniera serena e tranquilla. Quella che dovrebbe far sottoscrivere l'abbonamento il primo giorno utile senza pensarci. Quella che dovrebbe far essere orgogliosa questa piazza. La competenza. Quella che dovrebbe essere usata in ogni settore di questa città.

Rilassiamoci, il Napoli sa benissimo cosa deve fare in entrata, cosa fare in uscita, quale allenatore prendere, quale dirigente sostituire. Lo sa da mesi. Non ci sta un minimo di improvvisazione. Poi il 31 agosto si tireranno le somme. Il Napoli partirà favorito ed è normale, essendo campione in carica. Ma non avrà l'obbligo di ripetersi. L'obbligo di vincere spetta alle altre. Fatturano il doppio, più del doppio e il triplo. È un dato di fatto.

Ps: la parola "giocattolo" l'ho usata più volte. Il riferimento è alla dichiarazione di poche settimane fa del presidente, quando disse che "il Napoli è un giocattolo della famiglia De Laurentiis". Tre quarti della città ha avuto da ridere. Le stesse dichiarazioni le han fatte tutti i presidenti del mondo. In realtà, tutti i capi di azienda del mondo.

Saranno notti lunghe prima dell'estate. Maturità (della piazza) ti avessi preso prima...