I tifosi sono tifosi. Ci sta che scambino pagine a pagamento su alcuni quotidiani per segnali di supporto dagli stessi. Sì, perché negli ultimi giorni stanno impazzando pagine rosse con scritto "Giù le mani dalla Juve" su una buona parte dei quotidiani nazionali. Chissà chi è il filantropo che si mette a spendere soldi per un'iniziativa così insensata, fine a se stessa e narcisista.

Ci sta che quelli della Juventus, in questo momento, non capiscano. Ci sta che si sentano attaccati da ogni fronte, chi più e chi meno. Ci sta che si sentano additati: da una parte dalla procura, dall'altra dalle tifoserie di tutte le altre squadre.

Perché noi si e gli altri no

Lo abbiamo - e lo hanno - spiegato in qualsiasi modo: da quello scritto in legalese, a quello adatto ai bambini dell'asilo. Ma non c'è stato verso: c'è una nutrita frangia di irriducibili, capitanata da alcuni giornalisti di parte, che finge di non aver capito e che avanza imperterrita su questa linea di pensiero.

Ed è proprio questa linea di pensiero a partorire pensieri folli come quelli dell'accerchiamento, dell'accanimento nei confronti della propria squadra del cuore. Prima ci hanno chiesto di essere garantisti e di attendere le sentenze, e lo abbiamo fatto perché il beneficio del dubbio va comunque dato a chiunque, poi, una volta arrivate, i richiedenti del garantismo si sono trasformati in terrapiattisti.

Chi rompe, paga

Otto milioni di tifosi in Italia non giustificano ciò che sta uscendo fuori dalle carte dell'inchiesta prisma. Non possono obbligare la giustizia a piegarsi in nome del marketing e del profitto. Non possono, parimenti, essere una'istigazione alla delinquenza. Chi rompe, paga. Che ne abbia diecimila oppure otto milioni di tifosi.

Otto milioni di tifosi non possono avanzare alcuna morale, ora, soprattutto giornalisti che figurano come persone a conoscenza dei fatti tra le carte della Procura di Torino. Otto milioni di tifosi non significa che dovremmo calarci le braghe al cospetto della Juventus, perché il calcio in Italia è sopravvissuto anche al 2006 dopo Calciopoli. Anzi, se confermata la colpevolezza degli indagati, questa sarebbe l'occasione giusta per ripulirsi la faccia e dare all'estero - e a chi compra i diritti televisivi - un'aspetto migliore. Più salubre. Più competitivo. Più equo e giusto.

Così, come tutto dovrebbe essere. Lega e FIGC siano scaltre: non si facciano schiavizzare da otto milioni di tifosi.