La notizia della settimana è che Roberto Mancini si è dimesso dalla panchina della nazionale italiana. Come ovvio, un minuto dopo è partito il toto nome del successore. Dopo una strettissima cernita (se così si può definire), i profili che a detta di molti sono in orbita Coverciano sono quattro: Luciano Spalletti, Antonio Conte, Gennaro Gattuso e Davide Nicola.

Sarebbe francamente grave (anche se alla gravità delle scelte e delle politiche della FIGC siamo abituati) se Gravina scegliesse un allenatore che non sia l'attuale tecnico campione d'Italia. I motivi sono molteplici, basta citare il più importante: è il migliore dei 4. Quello più bravo. Quello oggi più sul pezzo.
Ma al netto dei caratteri tecnici e tattici, la Federazione non può fare a meno di Spalletti. Basterebbe andare per esclusione, senza considerare il valore.

Conte andrebbe a percepire una vagonata di soldi, e la situazione imbarazzante ed economicamente disastrata del calcio italiano non consente un esborso così alto.

Gennaro Gattuso viene da esperienze terribili. Ha ancora credito senza che lo abbia meritato, ad oggi, sul campo. Chissà, forse sarà ancora la medaglia del 2006 (da calciatore però).

Davide Nicola è un profilo ancora di basso livello (nonostante sia un buon allenatore) e metterlo alla guida di una nazionale che deve necessariamente riprendersi, almeno dalle brutte figure, sembra un passo troppo rischioso.

Non resta che Spalletti. Basta bussare alla porta di Castelvolturno, pagare la clausola, ringraziare il Napoli se oggi in Italia abbiamo un allenatore di tale levatura e accomodarsi all'uscita. Nulla nel Napoli è lasciato al caso. Dura, ancora una volta, la vita dei contestatori. Non avrebbero mai immaginato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio pregasse il Napoli per non andare incontro a figure barbine peggiori di quelle a cui ci ha abituato.

Quando il calcio italiano, i suoi "manager", le istituzioni tutte, vorranno fare copia - incolla del modello Napoli per resuscitare tutto il sistema, forse sarà tardi.
Nel contempo il club va per la sua strada. E ci va spedito, come un treno. Un FrecciaAzzurro che buca la bandiera italiana.

Non venisse scelto Spalletti sarebbe il punto più basso della storia della FIGC. Venisse scelto, invece, il punto più alto della storia del Napoli. Un trionfo.