Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, e il Napoli di questo è assoluto protagonista. Inverosimilmente, stiamo vivendo un anno senza precedenti, perché arrivare alla 23esima giornata di campionato con 62 punti in classifica e a +15 dalla seconda, significa stravolgere qualunque statistica e probabilità di calcolo previsto ad inizio anno e che nemmeno Karl Pearson, il più grande matematico statistico britannico, avrebbe immaginato.

Ormai, una rimonta da chi disperatamente attende un passo falso della capolista diviene palesemente impropria, perché di passi falsi se ne devono commettere tanti e tali da non poterli attribuire ad una squadra che puntualmente sfoggia lezioni di calcio, ovunque e a chiunque sia l’avversario. Ragion per cui, e non me ne vogliano i più scaramantici, la parola scudetto non resta più soltanto una utopia, ma una concreta realtà che progressivamente si consolida nei cuori e nelle menti di tutti coloro che amano questa maglia, scalpitanti di poter celebrare quanto prima un evento atteso ormai da troppi anni.

Ma i napoletani vivono di sogni e mai come quest’anno ambire ad un doppio traguardo è diventato un sogno più che legittimo. Ansi credo sia doveroso. E di questo in molti ne siamo consapevoli; anche il mister, a cui vanno ogni pregio e merito, in una conferenza di qualche settimana fa, alla domanda Champions o scudetto, Spalletti ha proferito che punterebbe al raddoppio.

A calmare gli entusiasmi, però, è il Presidente De Laurentiis che il tricolore resta per lui il principale obiettivo, ma un piazzamento ai quarti di finale sarebbe qualcosa di straordinario: ‘E’ una questione di bonus Uefa, ma anche per il valore del brand sarebbe un qualcosa di unico. Ma l’obiettivo resta il campionato’. Questo è quanto dichiarato dal Presidente in una intervista alla vigilia del big match di Champions contro l’Eintracht Francoforte. E continua: ‘nessuno chiederà a Spalletti di vincere la Champions, ma arrivare ai quarti sarebbe davvero la ciliegina su una stagione indimenticabile’.

Quella del Patron azzurro, a mio avviso, resta una riflessione volutamente misurata ed equilibrata. Credo, tuttavia, che un piccolo pensierino alla coppa dalle orecchie gradi l’abbia fatto. Ma la verità resta un mistero e preferisco lasciarlo tale. Le risposte potremmo solo ottenerle sul campo partita dopo partita. Nel frattempo, godiamoci a pieno la spettacolarità di questo privilegiato palcoscenico.