Con la terza doppietta della sua prima incredibile stagione in camiseta blanca, Jude Bellingham chiude da protagonista il suo primo clasico. Una conclusione da fuori e un tocco da rapinatore d’area oltre il novantesimo che proiettano in testa alla classifica della Liga gli uomini di Carlo Ancelotti, avversari degli azzurri nel girone Champions.

Proprio la sfida ai Blancos aveva messo, per l’ennesima e immotivata volta, sul banco degli imputati Alex Meret. Reo, secondo alcuni, di non essere stato in grado di deviare il terribile destro di Valverde, costato al Napoli una immeritata sconfitta. Perché parliamo del clasico? Perché se a difendere i pali del Barcellona ci fosse stato Meret, siamo convinti, che più di uno avrebbe avuto da ridire.

Si sarebbe parlato di poca reattività in occasione del secondo gol, con la palla che finisce tra le gambe di ter Stegen e anche sul primo il portiere tedesco non distende completamente il braccio, con le mani che si piegano e non riescono a deviare il pallone.

Bellingham realizza il gol del sorpasso ai danni di ter Stegen

Il destino di Meret ormai è segnato

Ha la mano molle; Resta troppo tra i pali; Non è reattivo. La lista delle accuse nei confronti del buon Alex si arricchisce a ogni partita e non c’è partita in cui non si provi a vivisezionare la sua prestazione per trovare il modo di imputargli chissà quale madornale errore. Perché c’è una fetta di tifoseria abituata da un lato a forgiare miti e dall’altra a trovare l’antieroe, il capro espiatorio, il bersaglio da vessare.

Basterebbe leggere i commenti che hanno accompagnato le dichiarazioni rilasciate da Dino Zoff, leggenda del calcio italiano e mondiale, offeso in maniera indecente per aver avuto l’ardire di considerare Meret superiore tecnicamente al collega rossonero Mike Maignan. Non migliore in senso assoluto, ma dal punto di vista tecnico. Eppure tanto è bastato a scatenare la shit storm virtuale dei detrattori dell’estremo difensore partenopeo.

Avere un minimo di sensibilità calcistica aiuterebbe a notare cosa rende Meret un portiere di alto livello. Il gesto atletico pulito ed essenziale, nessun fronzolo da regalare alla platea, la ricerca del corretto posizionamento tra i pali quale strumento per ridurre al lumicino la luce dello specchio. Tutte caratteristiche che non rubano l’occhio e che unite a una sottoesposizione social, lo hanno reso la vittima perfetta. La sobrietà scambiata per timidezza, un po’ come accadde ai tempi per Marek Hamsik, tacciato di scarsa personalità.

https://youtu.be/Lq2m6pykTIM?si=TmUsJuxWmjKn_Q8z
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Non siamo interessati al fatto che probabilmente il mercato possa offrire di meglio. Abbassarsi a questo giochetto solo per provare a legittimare un atteggiamento estremamente accusatorio nei confronti di Meret non ci riguarda. Meret è il portiere del Napoli campione d’Italia, ritagliandosi anche un ruolo da protagonista nell’impresa e va sostenuto al pari degli altri. Quando e se svestirà la maglia azzurra tireremo le somme.

Oggi il Napoli ha il suo numero uno.


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