Il Ferragosto appena trascorso resterà impresso nelle menti dei tifosi azzurri non per il consueto relax estivo, ma per l’incertezza che si è abbattuta come un temporale estivo sul cielo limpido delle aspettative. L’entusiasmo irrefrenabile per l’arrivo di Antonio Conte, accolto come il prode cavaliere destinato a riportare il Napoli ai fasti di un tempo, è stato improvvisamente offuscato dalle prime perplessità emerse dopo l’esordio stagionale in Coppa Italia.

L'enigma Lukaku

La vittoria sofferta ai rigori ha scatenato un’ondata di critiche che ha sollevato dubbi sulla rosa ma anche sulla gestione complessiva del calciomercato. È impossibile non notare l’insistenza nel voler portare in azzurro Romelu Lukaku, un giocatore indubbiamente di talento ma che, con i suoi 31 anni, non rappresenta più la freschezza necessaria per costruire un progetto a lungo termine. Vedere l’allenatore napoletano aggrapparsi a un nome di tale calibro ha fatto sorgere il timore che senza il belga, Conte possa trovarsi a corto di idee per un attacco efficace. Questa dipendenza da un singolo acquisto, che tarda a concretizzarsi, ha fatto emergere i primi segnali di malcontento tra i tifosi.

Lo strano caso Brescianini

A peggiorare la situazione c’è il ritardo negli acquisti, dove voci e indiscrezioni sembrano ormai essersi trasformati in semplici chimere. L’ultimo colpo al morale azzurro è arrivato con la mancata acquisizione di Marco Brescianini, un obiettivo, almeno così è sembrato, sfumato che ha alimentato ulteriormente le angosce di una tifoseria già in subbuglio. Un mancato acquisto che però, per quanto si sospettasse, non è correlato alla mancata cessione - per motivi non del tutto  chiari - di Cajuste al Brentford, il motivo risiede nel fatto che il calciatore svedese è risultato facilmente piazzabile, e lo dimostra il fatto che il suo entourage ha subito intavolato una nuova trattativa con un’altra squadra inglese, l’Ipswich Town, per concederne il cartellino.

La ragione da anteporre al pregiudizio

Il clima è dunque teso, diviso tra una Napoli che spera ancora nella redenzione e nell’acume tattico di Conte, e un’altra che teme il fallimento di una stagione che si preannuncia già travagliata. L’opera di Antonio Conte è messa in discussione da chi accusa l’allenatore di lavorare più per il proprio tornaconto che per il bene della squadra. Ma è lecito domandarsi: qual è l’obiettivo finale di ogni professionista se non migliorare il proprio percorso? De Laurentiis, d’altronde, non ha forse acquistato il Napoli con l’intento di trarne un vantaggio personale, pur contribuendo al rilancio della squadra? Professionismo e imprenditoria viaggiano di pari passo e recano, sì, gloria, gioia e passione per i tifosi, ma non certo per sola filantropia. Tuttavia, è giusto riconoscere che sia Conte che De Laurentiis hanno sposato la causa azzurra con la volontà di mettere a frutto la loro esperienza e competenza e rendere felice questa piazza che resta tra le più affascinanti del continente europeo.

La quadra c'è, le idee pure, basta solo attendere

Inevitabilmente dal talento di Antonio Conte, questo sarà un anno di transizione per la squadra partenopea, una fase di studio e di di continui approfondimenti ed evoluzioni che il tecnico leccese valuterà ed apporterà a questa rosa. Anche lo scacchiere tattico fin qui provato in campo potrà subire delle modifiche, ecco il perché del forte interesse per un centrocampista come Scott McTominay, calciatore scozzese, di proprietà del club del Manchester United, il quale potrebbe non solo impreziosire il reparto in mediana ma, date la capacità di saper palleggiare sul lungo e dotato di un buon tiro dalla distanza, può consentire al tecnico di poter scegliere su scelte più sagge, ovvero di poter schierare due o tre centrocampisti per la squadra da mettere in campo. Target, come detto, ben mirati e congeniali ad un piano strutturale ben preciso, così come Billy Gilmour, abile nel gestire e recuperare palloni e come David Nerès, la figura mancante di questa rosa in quanto, grazie ad una tecnica sopraffine, abile nel ritagliarsi zone di campo utili nel fraseggiare sulla trequarti di campo, interporsi tra le linee, e fornire assist con verticalizzazioni a lungo e a corto raggio.

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Siamo all’alba di una “New Era” per il Napoli, è stato ribadito molte volte, soprattutto dallo stesso Presidente, ragion per cui bisogna immergersi e immedesimarsi nel contesto attuale, un momento di cambiamento che richiede tempo e pazienza per essere valutato appieno. Prima di emettere giudizi affrettati, sarebbe più saggio attendere che il lavoro prenda forma, che le strategie si concretizzino, e solo allora formulare un giudizio ponderato.

L’impazienza è un lusso che il calcio moderno non concede, ma a volte è necessario ricordare che le stagioni di successo si costruiscono con il tempo, non con l’ansia del risultato immediato. Antonio Conte merita di essere valutato sulla base del suo operato complessivo, non sulla scia delle emozioni di un Ferragosto infuocato. Solo così si potrà realmente comprendere se questa stagione sarà caratterizzata da fulmini e tempeste, o se la calma dopo la tempesta porterà con sé un Napoli finalmente rinvigorito.

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