Kvaratskhelia è impeto e tempesta in campo, grazia nei pugni che fendono l'aria, sentenza silente del Napoli, cometa con scia di calcio.


IL DIADEMA GEORGIANO DELLA NOBILITA'

Inevitabilmente esisterà sempre un prima e un dopo Kvicha Kvaratskhelia per i tifosi del Napoli che in questo George Best (solo nell'aspetto) d'epoca moderna, hanno rivisto i crismi dei più grandi giocatori che hanno calcato il palcoscenico partenopeo e soprattutto nel suo intenso caracollare con la palla, che ammanta la folla, il genio neoclassico della purezza tecnica che illumina il gioco.

Kvara nella sua prima stagione a Napoli ha inaspettatamente assunto il ruolo preponderante di leader tecnico per Spalletti, grazie a una soave proprietà di dominio della sfera in circostanze avverse, capace di sfidare anche i mulini a vento. Un fenomeno, con un modo di correre apparentemente morbido ma che sprigiona furibondo agonismo nei momenti caldi dei match, dove la ritualità dei dribbling e delle invenzioni in zona goal, suggellano il momento e promulgano l'incontestabile legge del talento.

Attivazione posizionale in zona palla per offrire lo scarico all'indietro ad Osimhen e guadagnare metri sulla fascia per puntare la linea saltando l'uomo, o alimentare il gioco al centro

Kvara ha esibito autentici saggi di bravura a ripetizione in scenari ad egli prima d'allora sconosciuti, ammaestrando il pubblico con un inventario di giocate leofilizzate senza soluzione di continuità, denotando vigoria mentale indomita e la perseveranza utile a realizzare le grandi opere che non si realizzano con la mera forza che conquista tutto, ma con l'ingegno e la fatica.

Inevitabile parlare di Kvara come il giocatore che ha sancito e ha rideterminato il gioco sulla fascia sinistra del Napoli, slabrando le maglie difensive degli opponenti, ammattendo i marcatori di turno, provando e ritentando giocate anche fuori di repertorio fino a renderle indelebili sul terreno di gioco. Mediante il suo lavoro di ciondolo inesauribile sulla fascia che non banalizza il possesso, il Napoli ha potuto godere di sterzate e ripartenze sia da fermo che in velocità, assist delicati con palloni liftati e particolarmente notabili nello stile e nell'ideazione. Un connettore tra le parti con tendenza a rifinire, che ha frullato la metodologia della regia di fascia a quella dell'attacco allo spazio e del pragmatico associazionismo con i compagni.

Fissa l'ampiezza altissimo per stutturare la manovra in orizzonatale mangiando campo, creando una soluzione di gioco che favorisce i centrocampisti nel gioco lungo e nei cambi di campo

In particolare Osimhen, ha trovato in lui un fidatissimo uomo reparto con il quale combinare di sovente, nel quale rifugiarsi in caso di pressione aggressiva dei difensori, per il quale spendersi dentro le lotte offensive, connaturando un duo capace di estrarre la spada dalla roccia, arrivati alla sommità del campionato. Tra i due campioni è maturata un'intesa insita nella voglia di vincere e di volersi bene in campo in un filiale interscambio di palloni ed emozioni.

Kvaratskhelia ha rideterminato quelli che sono i crismi dell'esterno a tutta fascia, diventando faro della squadra, andando ad assorbire il campo benissimo in ampiezza, fissando sull'allargamento dell'azione il compasso del gioco a massimo 50 cm dalla linea di bordo campo, spargendo sul laterale la polvere magica del suo genio, che si ascrive inopinabilmente al ristretto novero dei predestinati.

Stabilisce il pressing allineandosi con il reparto, avendo come riferimento l'avversario da contrastare in fase di possesso.

Con eclettismo tattico e la predisposizione a comporre gli schemi, ha dato adito alla squadra di trovare stand-by al ritmo in fascia, soprattutto nei frangenti concitati di gioco con la palla che schizza rapida e il pressing avversario disinibito. Kvara ha elasticizzato la squadra con movimenti ondivaghi e spessissimo ha oleato il meccanismo d'offendere il vertice dell'area, setacciando anche il fondo campo per stilettare i cross sul secondo palo.

Inconfondibile il dedalo di scelte Kvariane in campo: velocità bruciante sullo scatto, padronanza totale della palla negli uno contro uno, dribbling sul ritmo corsa con frequenza di passo breve specie in conduzione, sterzate a corto angolo in orizzontale per invertire piede di scambio palla o di calcio sulla convergenza verso il centro del campo, scostamento immediato dalla linea di demarcazione del campo sui fraseggi corti per chiudere triangoli e imbeccare sul secondo palo gli attaccanti, visione periferica del campo profondissima con cristiallina bravura ad attaccare lo spazio (meno il palo corto per suturare l'azione), capacità spiccata di verticalizzare l'attacco ad un tocco e fondamentali da giocatore che può competere con i grandi del calcio mondiale.

Chiede palla dal fallo laterale e si prepara bene con il corpo per eludere con una finta attacchi alla palla e aggressioni preventive da parte degli avversari.

L'insiemistica di gesti balistici futuristici, ha trovato in Kvara la tangente perfetta con il calcio moderno, dove l'esterno fa le due fasi con eguale resa e coopera insieme alla squadra generando plus valore nella costruzione sia bassa (sotto la metà campo) che alta, polarizzando l'azione a seconda del baricentro medio durante la partita. Nel suo gigantesco volume di gioco per quantità di palloni toccati, qualche volta per ostinazione è finito per sbattere contro l'avversario opponente, ma forse è un tentativo di passargli oltre e non è detto che un giorno non ci riesca...

La statura calcistica di Kvara non è fatta solo d'invenzioni ma di sfiancamento per creare densità in zona palla nella fase di non possesso, e rompere il gioco avversario, supportando la difesa. Anche quando la sua esecuzione in proiezione diagonale rispetto allo sviluppo dell'azione, non è stata perfetta come in occasione del goal di Vecino in Napoli-Lazio ad esempio, il concetto di stringere le fila del reparto ed armonizzare lo scivolamento dal lato lungo, è sempre ben presente nella sua mente artistica.

Nell'uno contro uno è il calciatore che determina il gioco e crea opportunità non schematiche

Kvaratskhelia ha creato una corrente di pensiero, un'idea di calcio che Voltaire, padre dell'illuminismo letterario, avrebbe definito come distruttore di monotonia. Quando ha la palla lui, si sente l'aria sollevarsi nei consessi della nobiltà calcistica.

Con umile comportamento e ligiosità al dovere, cementata nella Dinamo Batumi, ha contraddistinto con l'estro e la creatività i momenti decisivi della stagione del Napoli.

I NUMERI DI KVARA

Kvaratskhelia ha ghermito la doppia cifra in goal e assist in Serie A ad inizio Marzo, a compimento di mesi vissuti da alieno sulla terra con prodezze inimmaginabili: 12 centri, uno ogni 198 minuti, 9 di destro, due di sinistro e uno (il primo) di testa. Tutti da dentro l'area tranne quello contro il Monza.

Ha eseguito 71 dribbling toccando mediamente 59 volte la palla ogni gara, refertato 10 assist con una precisione di passaggio dell'84%, scambiando in media con i compagni 35 palloni a partita e crossando 58 volte dal limite dell'area con il 19 % di assialità nel pescare i giocatori meglio piazzati.

Accentrandosi sul primo controllo orientato, cuce il gioco e raccorda con il centrocampo e i terzini, creando spazio sulla fascia per attaccare la profondità, concedendosi la possibilità di eseguire il filtrante per la punta

Si è fatto ammonire una volta, per protesta, su appena 20 falli commessi. Ha conquistato 41 volte la palla vincendo il 55% dei contrasti effettuati (40). Ha conteso 361 palle con una percentuale di vittoria del 44%. Infine il borsino dell'utilità si riscontra oltremodo nelle 6 chiusure difensive e 5 palle recuperate tutte a sinistra con un raggio medio di percorrenza di 9 chilometri a match.

Statistiche inconfutabili, grazie alle quali Kvara primeggia in Europa come driver per la propria squadra di club e anche con la nazionale, rimarcando i confini geografici della Georgia in tutti gli atlanti e cartine del pianeta.

Qualità stratosferica nel saltare l'uomo polarizzando l'azione, con diverse abilità a creare superiorità numerica anche da fermo

È stato accostato a Diego Armando Maradona per la capacità di entusiasmare il pubblico con guizzi artistici, per la naturalezza del talento e per la forza di volontà, ma il mito sovraumano del Re defunto che trascende il calcio resta inavvicinabile. Kvaratskhelia, in compenso, evocandolo con le sue giocate mai viste prima, ha già un posto esclusivo nel Gota calcistico napoletano.