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Victor Osimhen non esulta più dopo i suoi gol, un po’ come (non) faceva Mario Balotelli, quello del Why Always Me? sfoggiato sotto la maglia del City, in polemica con tutto il resto del mondo. Tutto nato da quel maledetto video su TikTok, seguito a ruota dal comunicato del suo procuratore. Da quel momento una escalation di eventi ha fatto sì che qualcosa tra Victor e Napoli si sia incrinato.

Eppure il calore dei tifosi nei suoi confronti è rimasto pressoché invariato, e lo stesso si può dire per il posto in squadra. Quindi cosa spinge il nigeriano a soffocare in gola quel grido per il gol, quell’esultanza rabbiosa che un tempo lo contraddistingueva, quasi al pari dell’iconica mascherina protettiva?

Se fossimo in un film di Nolan basterebbe una estrazione alla Inception, per capire cosa si cela nei meandri più reconditi della sua mente. Razzismo? Neanche per idea, per conferma chiedere a Koulibaly. Sfottò mal digerito? Forse, ma nulla che non potesse essere risolto in privato negli uffici del club. Sarà mica stato per ragioni contrattuali? A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. Una mossa del suo entourage per smuovere l’opinione pubblica contro il club, e di riflesso contro città e tifosi, per indurre il presidente a venderlo a condizioni più favorevoli.

Caro Victor, pensaci bene. È questo il ricordo che vuoi lasciare degli ultimi mesi della tua esperienza azzurra? Ascolta un consiglio, togli la maschera e torna a ruggire nell’arena di Fuorigrotta. La parte della vittima non appartiene ai sanguigni come te…


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