Il tweet di ADL, arrivato allo scoccare delle 20:01 di ieri sera, qualche secondo dopo il triplice fischio di Bologna-Napoli, ha suscitato tanto clamore, non solo per l’inatteso slancio di fiducia e le congratulazioni nei confronti di una squadra, che in ogni caso non vince da tre turni in serie A e stazione fuori dalla zona Europa, con soli 8 punti in classifica.

Ma anche perché ha solleticato la memoria di chi, nel tono e nelle tempistiche, ha ricordato quanto avvenne nel novembre del 2019.



Una fiducia arrivata, all’epoca, in piena burrasca post ammutinamento: dopo scelte coraggiose, l’esclusione dell’allora capitano Insigne e un risultato importante a Anfield, che fu decisivo per la qualificazione agli ottavi di CL.

Quel tweet, in ogni caso, arrivò a due settimane dall’esonero di Ancelotti. Evidentemente la fiducia accordatagli in quegli istanti si limitò alla facciata.

Anche perché sappiamo che poco meno di una settimana dopo, De Laurentiis incontrò Gattuso e nel giro di qualche giorno si concretizzò l’esonero clamoroso di Ancelotti, che trovò subito dove accasarsi (Everton) e l’annuncio, con tanto di roboante presentazione, di Ringhio Starr.

Anche allora, come ammesso candidamente dallo stesso ADL, aleggiava lo spettro di un vecchio allenatore; si trattava di Sarri, al cui calcio erano legati i senatori dello spogliatoio che rifuggivano i nuovi dettami di Carletto. Spettro confermato, con tanto di lapsus freudiano (Arrigo Sarri) ed apologia del 433, proprio nella conferenza di presentazione.

Ci limitiamo dunque a registrare l’ennesima coincidenza, segnalando anche una possibile deadline: due settimane a partire da ieri.

Trovandoci di fronte ad un amante delle strutture ricorsive, come s’è dimostrato essere Aurelio De Laurentiis, non resta che attendere: non tanto il SE, quanto il CHI potrebbe essere il nuovo Gennaro Gattuso.