Il Napoli è il posto per il quale "val la pena lottare"
Il capolavoro di David Fincher "Seven" finiva con la voce fuori campo del grande Morgan Freeman con la citazione di una massima di Ernest Hemingway: "il mondo è un bel posto, e per esso val la pena lottare".
Lo stesso Freeman aggiungeva: "io condivido la seconda parte".
Forse ieri sera tutti i tifosi del Napoli avranno pensato la stessa cosa. Avranno pensato che "il mondo è un bel posto", forse anche bellissimo. E che certamente "val la pena lottare". Lottare per questo sogno, questo traguardo, che a queste latitudini manca dai tempi di "cosa resterà degli anni '80" di Raf.
Sono tre le generazioni che aspettano questo momento per la prima volta. I nati nella seconda metà degli anni 80 (come nel caso di chi scrive, ndr), dei nati degli anni 90 e di quelli dei millennial. Centinaia di migliaia di persone che aspettano "il giorno" senza sapere effettivamente come sarà. La cosa sicura è che ricorderanno perfettamente dove erano e con chi. È il potere del calcio.
Napoli e Scudetto: l'attesa del piacere accresce il seguito
L'attesa, si diceva. Da quando Aurelio de Laurentiis è Presidente, il Napoli è la squadra italiana che più è cresciuta sotto l'aspetto di nuove leve del tifo. Ciò dovuto, probabilmente, al fatto che sono anni e anni che si cerca la vittoria tramite la bellezza, senza mai essere speculari e cercando sempre l'alta velocità di gioco. E, come ovvio, la bellezza attira. In ogni campo, in ogni dove. Anche nel calcio.
Anche sotto questo aspetto, è stato fatto un capolavoro.
Sono lontane le griglie estive di chi si professa intenditore di pallone. Sono a distanza siderale. Una squadra partita sesta o settima per chi dovrebbe raccontare questo sport (pagato pure, tra l'altro) che vince il campionato a febbraio (sarà aprile o maggio, ma è un dettaglio di poco conto). Da un lato una cavalcato trionfale, dall'altro lato figure barbine di quelle bibliche.
Chissà, visto che nessuno ci ha preso niente sulle previsioni, forse questa società nei prossimi anni sarà trattata alla stregua di chi invece conta. Di chi ha preso ex calciatori che erano ex calciatori anche cinque anni fa, passati per fenomeni puri, ma che si sono visti, a turno, palleggiare in faccia da quattro mestieranti del pallone mezzi sconosciuti arrivati da campionati improponibili.
Lo si spera. Lo si vedrà.
"Il mondo è un bel posto". Sì, un bel posto, dove fortunatamente possono parlare tutti.
"Per esso val la pena lottare". Sì, lottare, per far capire l'incompetenza e la saccenza di chi dovrebbe capirne un po’ ed essere imparziale.
E anche chi scrive, forse, come Morgan Freeman, condivide la seconda parte.