Vittoria e spettacolo per il Napoli all’U-Power Stadium di Monza, 2-4 il risultato finale, in un match che si è aperto con la rete, la prima con questa maglia, di Djuric, e che nel secondo tempo si è in 15 minuti acceso completamente con il pareggio di Osimhen, il gol di Politano, tra i più belli della stagione, e il sinistro sotto l’incrocio di Zielinski, a cui ha prontamente risposto Colpani, la partita la chiude il tap in di Jack Raspadori appena entrato. La squadra di Calzona conferma pregi e fragilità di una gestione a luci e ombre, così come l’intera stagione, tanto il talento e il potenziale offensivo di questa squadra, tanto quanto la fragilità in fase difensiva, con errori individuali troppo banali e che in troppe occasioni hanno costretto questa squadra a partire sotto anche dopo buoni inizi di gara. Nonostante questo il Napoli è comunque lì, la Champions è lontana ma l’Europa League può e deve essere obiettivo concreto, il calendario non è proibitivo e chissà che il quarto d’ora di Monza non abbia dato il via ad un finale di stagione in risalita.

Monza-Napoli: lo schieramento tattico 

Monza (4231): Di Gregorio; Birindelli, Izzo, Marí, Caldirola; Akpa Akpro, Gagliardini; Colpani, Mota, Zerbin; Djuric 

  • 4231 che in fase di possesso passa al 3421, Birindelli si allinea alla mediana con Zerbin che scala facendo la doppia fase sull’esterno a sinistra, 51m l’altezza del baricentro in fase offensiva; in quella difensiva la squadra di Palladino passa a cinque dietro, Zerbin e Birindelli scalano e Caldirola passa al centro da braccetto di sinistra, la squadra si abbassa sui 35m e rimane molto corta, con una lunghezza di 23m.

Napoli (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Ngonge, Osimhen, Kvaratskhelia 

  • Il Napoli in fase offensiva è altissimo, superando i 60m di baricentro, porta i due terzini sulla trequarti avversaria e le due mezzali vanno a coprire i mezzi spazi, dando così un punto di riferimento ma soprattutto un raddoppio agli esterni offensivi; in fase difensiva si passa al 451, che con Kvaratskhelia in campo assomiglia più ad un 442 con il georgiano seconda punta, pronta a ricevere e ripartire dopo il recupero, anche in questo caso il Napoli rimane alto per aggredire l’avversario, soprattutto nel secondo tempo sfruttando l’inerzia dell’uno-due e costringendo il Monza a schiacciarsi nella propria metà campo.

Monza-Napoli: i numeri del match 

Il match ha visto sin da subito un Napoli aggressivo, alto in fase difensiva e molto verticale nell’impostazione offensiva, i numeri parlano di un match in cui la superiorità della squadra di Calzona è stata evidente, soprattutto dal punto di vista tecnico, mentre dall’altra parte il Monza è stato bravo a sfruttare le enormi pecche difensive mostrate dagli azzurri, che vanno avanti ormai da inizio stagione. La frequenza offensiva delle due squadre infatti è nettamente diversa, il Monza segna due reti producendo 0.40 xG e appena 2 tiri in porta, e 3 le occasioni create; d’altra parte un Napoli che al contrario è estremamente produttivo con 2.20 xG5 occasioni create e 8 tiri in porta, con un possesso del 61%, il 74% giocato nella metà campo avversaria, questi numeri denotano troppa facilità nel subire pericoli offensivi dagli avversari ma anche tanto talento e potenziale offensivo, talvolta inespresso questa stagione.

Una delle soluzioni maggiormente funzionali alla manovra offensiva di questa squadra è sicuramente il triangolo che si viene a creare a destra con Anguissa e Di Lorenzo insieme all’esterno offensivo, sfruttando in questo modo lo scambio continuo tra il centrocampista e il terzino destro e le sovrapposizioni di Ngonge per creare una sorta di gabbia in cui non si va mai in inferiorità numerica ma grazie al movimento si trova sempre una soluzione di scarico, ed è proprio da qui che arriva il pareggio, con Politano che porta via l’uomo entrando dentro al campo per poi scaricare su Anguissa che nel frattempo si allarga sulla destra per andare al cross. Da destra infatti sono arrivate il 46% delle occasioni create complessivamente, e non è un caso se Anguissa offensivamente è stato così produttivo: 87% di precisione, 1 assist, 3 passaggi chiave.

Frequenza offensiva

L’approccio comunque è stato fondamentale, il Napoli infatti ha aggredito la partita e lo ha fatto con tutto il peso offensivo a disposizione, la sequenza in rapida successione dei 4 gol segnati nel secondo tempo è solamente la naturale conseguenza di un match in cui seppur non sempre con ordine, si è spinto sin dall’inizio, quasi come ci fosse una reazione d’orgoglio dopo la figuraccia del Maradona. La squadra infatti in fase di possesso si è trovata con un baricentro di 65m, con i due centrali oltre la metà campo avversaria, e infatti ha manovrato per lo più nella trequarti del Monza (74%), arrivando a toccare 37 volte il pallone in area, 23 volte in più degli avversari.

Anche l’impiego di Kvaratskhelia in posizione più centrale ha contribuito ad aumentare la verticalità rendendo il Napoli più pericoloso, il georgiano vede la porta ma soprattutto spostandosi verso l’interno libera spazio per le progressioni di Olivera e gli inserimenti di Zielinski, e supporta Osimhen che invece nell’ultimo match è sembrato abbandonato in area tra i tre centrali di Gasperini, e questo assetto permette grazie al talento dei due e alle straordinarie doti atletiche di essere pericolosi anche in giornate non perfette, Kvara infatti chiude il match con 2 passaggi chiave, dati dallo spazio creato dal nigeriano che al contrario del 77 ha disputato sotto tutti i punti di vista una grande partita, il gol -straordinario- del pareggio, e i 3 passaggi chiave su 33 tocchi, risultando estremamente efficace.

Kvaratskhelia: